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I giudici di pace: “Paralizzati dal reato di clandestinità”

In sciopero i magistrati onorari che decideranno su ingresso e soggiorno illegale. “Sforzo incompatibile con l’organizzazione attuale” Roma – 13 luglio 2009 – I giudici di pace incroceranno le braccia per tutta la settimana. Nelle condizioni attuali, denunciano, non possono  fronteggiare il carico sempre maggiore di competenze, comprese quelle sull’immigrazione affibbiate loro dalla nuova legge sulla sicurezza.

Proprio davanti ai giudici di pace dovranno passare gli immigrati accusati di ingresso e soggiorno illegale in Italia, il nuovo reato di clandestinità appena approvato dal Parlamento. A questi magistrati onorari saranno inoltre affidate le proroghe fino a sei mesi dei periodi di permanenza nei centri d’espulsione.

"Questo, considerando solo gli immigrati, si sommerà al carico di lavoro che già oggi abbiamo per le convalide delle espulsioni amministrative. Uno sforzo incompatibile con l’organizzazione attuale del nostro lavoro e dei nostri uffici" spiega a Stranieriinitalia.it Gabriele Longo, presidente dell’Unione Nazionale Giudici di Pace.

I rappresentanti della categoria chiedono tutele previdenziali e meno precarietà per i giudici di pace, che rimangono in carica per quattro anni e possono essere rinnovati al massimo per altri due mandati. Ma denunciano anche la carenza di personale amministrativo (ne servirebbe il doppio) e le enormi differenze di carico di lavoro tra un ufficio e l’altro, "fino a 500 volte".

"Col reato di clandestinità – aggiunge Longo – sarà ancora peggio. I procedimenti saranno molto simili alle direttissime, quindi bisognerà assicurare una presenza costante del giudice e anche di un cancelliere. Poi si dovranno attrezzare meglio gli uffici, che oggi spesso non hanno  nemmeno le gabbie per gli imputati. Con due milioni e mezzo di cause l’anno, per appena duemila giudici che rimarranno in servizio, rischiamo la paralisi completa".

Elvio Pasca

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