"Clienti leghisti non graditi" in alcuni negozi partenopei. "Intervenga Maroni"
Roma – 30 giugno 2010 – Accusati spesso di pulsioni xenofobe, stavolta i leghisti sono vittime di razzismo. E gli immigrati non c’entrano.
A discriminarli, sostiene il Movimento Giovani Padani, sono i cartelli esposti da diversi negozianti partenopei dopo i cori antinapoletani intonati dalle camice verdi durante il raduno di Pontida. "Dopo gli ultimi insulti contro i napoletani, i leghisti non sono più graditi in questo locale. Firmato: la direzione” recita l’avviso apparso, ad esempio, sulla vetrina della pizzeria "Sorbillo" in via dei Tribunali.
Paolo Grimoldi, coordinatore del Movimento, parla di "vergognosa e inaccettabile discriminazione" e di "un clima di tensione e di soppressione della libertà di espressione che merita l’attenzione del ministro dell’Interno". "Se certi cartelli fossero apparsi in Padania, prendendo come scusa le continue battute dell’intelligenza napoletana contro il Nord (basti citare Pino Daniele) sarebbe successo il finimondo" aggiunge il leghista.
Sui cartelli anti-Lega i Giovani Padani annunciano un’interrogazione parlamentare per Maroni. E intanto puntano il dito contro "l’appoggio incauto di certi politici, che rischiano di alimentare le derive piu’ pericolose di questa sconcertante campagna discriminatoria".
"Siamo oltre il ridicolo, la verità è che i leghisti erano abituati a vederci sottomessi ma noi non subiremo più nulla da loro" ribatte il commissario campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che aveva appoggiato affissione dei cartelli, insieme alle associazioni meridionaliste Insieme per la Rinascita e L’ Altro Sud.
"Dove erano questi ragazzini – chiede Borrelli – quando in coro la Lega cantava a Pontida ‘noi non siamo napoletani’? Dove erano quando il governatore Zaia chiedeva che i napoletani non dovessero essere ospitati più in tv? E cosa dicevano quando l’on. Salvini per festeggiare la vittoria elettorale alle Europee intonava cori razzisti contro i napoletani?".
Elvio Pasca
