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I magistrati: “Gravi disfunzioni col reato di clandestinità”

La denuncia del presidente dell’ANM Luca Palamara. "Impossibile celebrare tante udienze e processi"

Roma – 6 giugno 2008 – Il reato di clandestinità porterebbe a "gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e il sistema carcerario".  Lo ha detto stamattina Luca Palamara, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati,  nella sua relazione di introduzione al congresso in corso a Roma.

Nella relazione in riferimento al pacchetto sicurezza Palamara ricorda di aver espresso al ministro della Giustizia Angelino Alfano "condivisione per gli interventi in tema di circolazione stradale e di accelerazione del processo penale, ma abbiamo espresso perplessita’ sulla proposta di introdurre un delitto di ingresso illegale nel territorio dello Stato con pena fino a 4 anni di reclusione e arresto obbligatorio in flagranza".

Palamara mette in guardia dalle  gravissime disfunzioni che l’introduzione del reato comporterebbe "nei piccoli uffici dell’Italia meridionale, maggiormente esposti al fenomeno degli ingressi illegali", dove "sarebbe praticamente impossibile celebrare ogni giorni centinaia di udienze di convalida dell’arresto e processi per direttissima. Tutto ciò –ha aggiunto- senza alcun reale beneficio in termini di effettività delle espulsioni e riduzione del fenomeno dell’immigrazione clandestina".

L’Anm è critica anche sull’aggravante della clandestinità, già entrata in per decreto legge. "Ove non diversamente calibrata – h sottolineato Palombara – potrebbe determinare un aumento della pena esclusivamente in ragione della condizione soggettiva del colpevole anche nei casi in cui non si ravvisi alcuna incidenza sul disvalore, del fatto determinando in tal modo una eventuale incompatibilità con il principio di uguaglianza".

Alfano: "Nessun guasto dove c’è il reato"

Alle critiche dell’Anm ha risposto il ministro della Giustizia Angelino Alfano, sottolineando che il reato di immigrazione clandestina è "presente in numerose legislazioni occidentali e non ha prodotto guasti. Riteniamo che possa essere una misura di deterrenza forte che disincentivi l’ingresso di immigrati che vogliono essere clandestini"

Alfano ha spiegato che in Parlamento verranno accolte le soluzioni "migliorative" che possano evitare "disfunzioni" per quanto riguarda l’impatto sulle carceri e "l’ingolfamento dei processi". "Siamo certi che in Parlamento troveremo la soluzione più equilibrata" che consenta "un effetto deterrente" e "una efficienza complessiva del sistema".

"Se noi avessimo avuto un risultato efficace sul versante delle espulsioni – ha concludo il Guardasigilli – non avremmo avuto la necessità di assumere la decisione di introdurre questo reato”.

 

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