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Colf, badanti e babysitter. I nuovi stipendi minimi sono ancora un mistero

Il ministero del Lavoro non ha ancora convocato associazioni dei datori e sindacati per fissare gli importi minimi delle retribuzioni nel 2014. Per ora valgono quelli del 2013. Acli Colf: “Una mancanza di attenzione verso la categoria”

31 gennaio 2014 – Gennaio è finito, ma la nuova busta paga di colf, badanti e babysitter rimane un mistero.

Da questo mese scattano gli aumenti dei minimi retributivi previsti dal rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro domestico. Parliamo di sette euro in più per lavoratrici conviventi che assistono persone autosufficienti e svolgono anche mansioni connesse al vitto e alla pulizia della casa (livello BS tabella A), e di importi che variano proporzionalmente per gli inquadramenti. Bisogna poi aggiungere l’adeguamento annuale al costo della vita, pure previsto dal contratto.

I nuovi minimi retribuitivi e l’adeguamento validi per tutto il  2014 dovrebbero essere ufficializzati da una commissione che riunisce associazioni dei datori di lavori e sindacati, convocata presso il ministero del Lavoro. Il problema è che, ad oggi, dal ministero del Lavoro non è arrivata nessuna convocazione e quindi non si sa quando verranno  definiti i nuovi importi. Non è una novità: lo scorso anno si fecero attendere fino a febbraio inoltrato.

Intanto, però, le famiglie che si fanno aiutare da colf, badanti e babysitter devono pagare lo stipendio di gennaio. Come  calcolarlo? “Bisogna fare riferimento agli importi del 2013, gli unici ufficiali. Poi, quando si conosceranno finalmente quelli validi per il 2014, nella successiva busta paga bisognerà calcolare e aggiungere anche il saldo dei mesi precedenti” spiega a Stranieriinitalia.it Raffaella Maioni, responsabile nazionale dell’associazione Acli Colf.

Anche se gli aumenti sono minimi, c’è molta attesa per i nuovi importi, sia tra i lavoratori che tra le famiglie. “Sono fondamentali per i rapporti di lavoro già instaurati, ma anche per quelli che nascono adesso, in modo che entrambe le parti abbiano un quadro chiaro e sicuro del trattamento economico. I minimi retribuitivi sono sempre un riferimento importante, anche quando, come spesso avviene, lo stipendio concordato è più alto” sottolinea Maioni.

La responsabile nazionale Acli Colf punta quindi il dito contro il ritardo del ministero del Lavoro, che tra l’altro è latitante anche su un altro fronte, forse più importante: “Ancora non ha controfirmato il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro domestico. Eppure è in vigore dallo scorso luglio. Ci sembra una mancanza di attenzione verso i lavoratori domestici e verso le famiglie che si avvalgono del loro aiuto”.

Elvio Pasca

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