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I sindacati a Prodi: “Subito la legge contro il lavoro irregolare”

"La situazione del lavoro sommerso ed irregolare degli immigrati va affrontata con decisione e con urgenza"

ROMA – "Il Parlamento approvi rapidamente la legge contro lo sfruttamento del lavoro irregolare".

E’ la richiesta i leader dei sindacati, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti che sull’argomento hanno scritto al premier, Romano Prodi e ai presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti.

"La situazione del lavoro sommerso ed irregolare degli immigrati va affrontata con decisione e con urgenza, – affermano i segretari – per evitare che si ripetano nel nostro paese le condizioni di schiavitù che sono state oggetto di denuncia da parte del sindacato e di alcuni organi di stampa nei mesi scorsi.

Oggi, in assenza del decreto flussi per l’anno 2007, eccettuato il recente decreto per il lavoro stagionale assistiamo, di fatto, ad un sostanziale blocco d’ingresso regolare, che produce come conseguenza la presenza irregolare dei lavoratori immigrati sul territorio nazionale per soddisfare anche il fabbisogno del mercato del lavoro, in modo particolare nella stagione di raccolta di prodotti agricoli che inizierà il suo pieno ritmo a breve".

Una delle soluzioni di questo problema – ricordano i tre segretari – è stata affidata ad un disegno di legge (n. 1201) che è in discussione in Commissione Affari Costituzionali del Senato, e che riguarda gli interventi per contrastare lo sfruttamento di lavoratori irregolarmente presenti sul territorio nazionale. "E’ un provvedimento che recepisce le richieste che il sindacato ha più volte sollecitato a partire dalla grande manifestazione di Foggia dello scorso anno, modificando la disciplina sul permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale nel caso di grave sfruttamento del lavoratore immigrato".

Ma Epifani, Bonanni ed Angeletti, sottolineano nella lettera di essere "preoccupati circa i tempi dell’approvazione di un così importante disegno di legge. Per questo, sentiamo la responsabilità di segnalare al Governo e al Parlamento una vera e propria emergenza sociale, un disagio diffuso e crescente che, in assenza di atti e soluzioni concreti e tempestivi, potrebbe sfociare in reazioni esasperate".

(14 maggio 2007)

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