Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Confederazione Europea dei Sindacati di fare lobby. “Difendere i diritti umani” Roma – 12 aprile 2011- Anche secondo i sindacati italiani l’Ue dovrebbe attivare la direttiva sulla protezione temporanea. Una soluzione che permetterebbe di ridistribuire tra gli Stati membri le persone che sbarcano in Italia, ma per ora ritenuta “prematura” dalla maggior parte dei governi europei.
Cgil, Cisl e UIL vorrebbero che anche gli altri sindacati europei facessero pressioni su Bruxelles e sui governi dei loro Paesi per attivare la direttiva. Lo chiedono i segretari confederali Vera Lamonica, Liliana Ocmin e Guglielmo Loy, in una lettera congiunta inviata venerdì scorso a John Monks, segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati.
“Mentre osserviamo con interesse e speranza a questa nuova primavera della democrazia nel Nord Africa, non possiamo non essere preoccupati dell’impatto che questo conflitto epocale sta avendo ed possibilmente avrà in termini di esodo massiccio verso l’Europa di migranti e profughi” scrivono i sindacati. “Ogni giorno migliaia di persone si mettono nelle mani di trafficanti senza scrupoli ed intraprendono un viaggio della speranza estremamente pericoloso, spesso pagando con la vita in mare il sogno di raggiungere l’Europa ed aspirare ad una vita migliore”.
Il governo italiano ha concesso a chi è arrivato un permesso temporaneo, ma “è molto importante che l’adozione di questo strumento riguardi tutti i Paesi dell’area Schengen. In questo modo si darebbe la possibilità a quella parte di immigrati in fuga dal Nord Africa che abbiano famiglia o parenti residenti in altri Stati europei, di raggiungerli senza impedimenti alle frontiere”.
Data l’urgenza della situazione, comunque, Cgil Cisl e Uil chiedono quindi “che sia la stessa CES ed i suoi sindacati affiliati a farsi carico di una iniziativa urgente presso la Commissione Europea ed i Governi degli Stati Membri, perché attivino subito la procedura di protezione temporanea, dando la possibilità a chi la richieda di risiedere e lavorare in tutti i Paesi dell’area”.
“Siamo certi che concorderà, Sig. Monks, – concludono Cgl, Cisl e Uil – sull’importanza e l’urgenza di questa iniziativa che non riguarda i diritti dei migranti che arrivano solo nel nostro Paese, ma concerne invece l’idea di un’Europa con ideali e norme comuni a difesa universale dei diritti umani e con una politica comune di collaborazione e sostegno allo sviluppo umano e democratico dei popoli di Paesi a noi vicini”.
Scarica la lettera di Cgil Cisl e Uil al Ces