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I sindacati: “Più tutela e integrazione per i lavoratori stranieri”

Cgil, Cisl e Uil sulla ‘Giornata internazionale del migrante 2009’.  Ugl – Sei cerca buone pratiche degli enti locali

Roma – 17 dicembre 2009 – Più tutela ed integrazione per i lavoratori migranti. E’ quanto chiedono Cgil, Cisl e Uil in occasione del convegno Ilo dedicato alla ‘Giornata internazionale del migrante 2009’, che si celebrerà domani.


"Il razzismo, nel nostro paese direi che è più di una emergenza e’ un vero e proprio allarme rosso". Così Pietro Soldini, responsabile immigrazione Cgil nazionale. "Occorre riscoprire e rilanciare una ‘militanza antirazzista’ non solo come impegno di solidarietà nei confronti del migrante in quanto soggetto debole, ma come valore strategico della società civile. Infatti oggi il razzismo si e’ fatto istituzionale, quindi programma di governo e norme legislative, ben venga poi ogni azione di contrasto giurisprudenziale, dalla Corte Costituzionale alla Corte di Giustizia europea ed internazionale, ma non possiamo pensare di affidare alla via giudiziaria la nostra lotta contro il razzismo".

"I temi della cittadinanza, del diritto di voto, delle politiche antidiscriminatorie, dei percorsi di regolarizzazione del lavoro sommerso e gravemente sfruttato -ha concluso Soldini- rappresentano questioni tipiche del ‘dialogo sociale tripartito, eppure non c’e’ traccia di luoghi e tavoli di confronto. L’assenza di confronto, non solo non risolve i problemi, ma alimenta i radicalismi, le contrapposizioni e il razzismo".

Per Liliana Ocmin, segretario confederale Cisl, "sono due i grandi assi dell’intervento possibile rispetto al tema dei migranti".

"Da un lato -ha affermato- agire per determinare nuove condizioni di sviluppo nei paesi a più alto tasso di emigrazione; dall’altro operare affinché si determinino le condizioni per dare agli approdi degli immigrati un possibilità di stabilizzazione che superi l’idea dell’approdo transitorio e precario".

"In questo senso -ha chiarito l’esponente della Cisl- le grandi istituzioni internazionali dovrebbero finanziare progetti finalizzati alla crescita, alla difesa del territorio e delle comunità, alla tutela delle figure femminili come soggetti principali della tenuta sociale e del radicamento in molte zone martoriate. E in parallelo spingere gli Stati a puntare sul principale elemento di stabilizzazione dell’immigrazione che e’ quello sancito dal diritto all’unita’ famigliare".

"Il cambiamento multietnico della nostra società -ha sottolineato Guglielmo Loy, segretario confederale Uil– deve essere governato e temperato se non si vogliono produrre effetti di rigetto da parte della popolazione italiana. E’ certo necessario chiedere agli immigrati di rispettare le regole, ma queste devono anche essere ridisegnate in parallelo con l’evolversi e il mutare della nostra società.

“La Uil -ha ricordato Loy- condivide la necessità di cambiare il concetto di cittadinanza, introducendo il principio dello ‘jus soli’, accanto a quello dello ‘jus sanguinis’. In generale, l’accesso a questo diritto va reso più equo e praticabile. Siamo anche favorevoli al diritto di voto amministrativo per chi risiede da noi da più di cinque anni, cosa che in Europa e’ già stata fatta da 16 paesi su 27".

Il sindacato Sei Ugl annuncia oggi l’avvio di un monitoraggio sulle iniziative che nel prossimo anno saranno prese dagli enti locali per favorire l’inclusione sociale dei cittadini stranieri. “Crediamo che sia fondamentale inviare un messaggio univoco in considerazione del fatto che la crisi economica e finanziaria dell’ultimo anno ha avuto ed avrà ripercussioni molto pesanti sulla parte debole della società” dice il presidente nazionale Luciano Lagamba

“I provvedimenti che gli enti locali prenderanno nei prossimi mesi saranno pubblicizzati e comunicati alle nostre sedi sul territorio con l’obiettivo di estendere il più possibile le buone pratiche. In occasione della Giornata internazionale del Migrante del 2010, il Sei Ugl indicherà quelle che a proprio giudizio sono state le migliori iniziative prese dai comuni, dalle province e dalle regioni”.

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