La Cei: "Servono aiuti ai paesi poveri e politiche di integrazione". Il Vaticano: "Nessun parere sul ddl" Roma – 3 luglio 2009 – Secondo i vescovi italiani, l’immigrazione non si gestisce solo con l’ordine pubblico.
All’indomani dell’approvazione del ddl sicurezza, il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali Domenico Pompili ha ribadito le conclusioni dell’ultima assemblea generale della Cei: “una risposta dettata dalle sole esigenze di ordine pubblico, che e’ comunque necessario garantire in un corretto rapporto tra diritti e doveri, risulta insufficiente, se non ci si interroga sulle cause profonde di un simile fenomeno”.
"Due azioni convergenti sembrano irrinunciabili. La prima consiste nell’impedire che i figli di Paesi poveri siano costretti ad abbandonare la loro terra, a costo di pericoli gravissimi, pur di trovare una speranza di vita. Tale problema esige di riprendere e incrementare le politiche di aiuto verso i Paesi maggiormente svantaggiati”.
La seconda risposta al fenomeno migratorio, ricorda mons. Pompili, ”sta nel favorire l’effettiva integrazione di quanti giungono dall’estero, evitando il formarsi di gruppi chiusi e preparando ‘patti di cittadinanza’ che definiscano i rapporti e trasformino questa drammatica emergenza in un’opportunità per tutti”.
"Ciò è possibile se si tiene conto della tradizionale disponibilità degli italiani, memori del loro passato di emigranti, ad accogliere l’altro e a integrarlo nel tessuto sociale – continua – Suonerebbe infatti retorico l’elogio di una società multietnica, multiculturale e multireligiosa, se non si accompagnasse con la cura di educare a questa nuova condizione, che non è più di omogeneità e che richiede obiettivamente una maturità culturale e spirituale”.
Il Vaticano precisa: "Non ci siamo espressi sul ddl sicurezza"
Intanto, il Vaticano nega di essersi espresso sul ddl sicurezza. "Il Vaticano come tale non ha detto niente sul decreto sicurezza approvato dal governo italiano. Ha parlato monsignor Marchetto, ma non mi consta che il Vaticano in quanto tale abbia preso posizione" ha detto oggi il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi.
Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, ha detto ieri che la nuova legge “porterà molti dolori e difficoltà a persone che per persone che, già per il fatto di essere irregolari, si trovano in una situazione di precarietà”. ”La criminalizzazione dei migranti – spiegava ieri – è per me il peccato originale dietro al quale va tutto il resto”.