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Idoneità alloggiativa a 500 euro? Il giudice cancella la supertassa

La delibera della giunta leghista di Bolgare è “discriminatoria”, il Comune dovrà restituire i soldi agli immigrati. Asgi: “Un’operazione di tassazione punitiva su base etnica”

Roma – 19 agosto 2014 – “Noi non obblighiamo nessuno a restare. Non siamo un centro commerciale che deve mettere nelle condizioni migliori i propri visitatori…”

Così rispondeva Luca Serughetti, sindaco di Bolgare, a chi gli chiedeva conto della sua supertassa sugli immigrati introdotta con una delibera dalla sua giunta, tutta leghista. Dallo scorso gennaio, nel piccolo comune in provincia di Bergamo, un cittadino straniero che aveva bisogno di certificato di idoneità alloggiativa per iscriversi all’anagrafe, chiedere la carta di soggiorno o far arrivare in Italia un familiare doveva sborsare cinquecento euro (prima la tariffa era di 150 euro).

La giustificazione? In paese, si leggeva nella delibera di Serughetti, erano aumentati i casi di teppismo e microcriminalità e quindi le spese per il Comune. Al posto di farle coprire da tutti i contribuenti, la giunta aveva ritenuto “equo parzialmente addebitarle alle individualità extracomunitarie”. Insomma: paghi di più perché sei straniero.

Non poteva reggere, e infatti qualche giorno fa il tribunale di Bergamo ha bocciato la supertassa come discriminatoria, dal momento che ha comportato “uno svantaggio a carico di tutti gli stranieri che intendono risiedere nel Comune di Bolgare, chiedendo agli stessi un importo sproporzionato e ingiustificato per il rilascio del certificato di idoneità alloggiativa”. Serughetti & co dovranno cancellarla e restituire agli immigrati i soldi pagati ingiustamente.

La sentenza ha accolto un ricorso presentato da Cgil Bergamo, Asgi e Cooperativa Ruah insieme a 3 cittadini stranieri residenti a Bolgare. Obbliga il Comune a “porre fine alla condotta discriminatoria, ovvero, al fine di rimuovere le accertate discriminazioni, a revocare la delibera in oggetto, restituendo, in qualità di risarcimento in forma specifica, la somma di € 350 a tutti gli stranieri che abbiano versato suddetto importo al Comune nel periodo di validità della delibera”.

Per gli avvocati Alberto Guariso e Marta Lavanna dell’Asgi, che hanno seguito il ricorso, è stato così cancellato “uno dei provvedimenti discriminatori più eclatanti visti negli ultimi anni”, “un’operazione di tassazione punitiva su base etnica”.  “Rendendo oltremodo costoso un certificato che per gli stranieri è necessario per l’esercizio di diritti fondamentali – sottolineano i legali –si volevano spingere gli immigrati a chiedere la residenza in altri comuni”.

C’è anche un altro fronte aperto. Nella delibera si dice che l’idoneità alloggiativa è indispensabile per l’iscrizione anagrafica, ma questo non è vero: il consiglio di Stato ha già bocciato questa prassi come illegittima. Per questo motivo, il Ministero ha chiesto alla Prefettura di Bergamo di inviare a Bolgare un’ispezione.

Elvio Pasca
 

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