A Bolgare, in provincia di Bergamo, il sindaco Serughetti e la sua giunta hanno portato alle stelle il prezzo del certificato. “Troppe spese per criminalità e teppismo, giusto che paghino gli stranieri. Nessuno li obbliga a restare”
Roma – 27 febbraio 2014 – Il certificato di idoneità alloggiativa è uno dei tanti pezzi di carta che rendono meno facile la vita degli stranieri in Italia. Deve farselo rilasciare dal Comune, ad esempio, chi vuole far arrivare in Italia moglie e figli con un ricongiungimento familiare, o anche chi chiede la carta di soggiorno.
Nonostante il Consiglio di Stato abbia spiegato che è illegittimo, alcuni Comuni la chiedono anche per l’iscrizione all’anagrafe. Come Bolgare, paesino di seimila anime, un migliaio delle quali immigrate, a una ventina di chilometri da Bergamo. Il sindaco Luca Serughetti, tutti e sei gli assessori e undici consiglieri comunali su sedici sono esponenti della Lega Nord.
L’ultima trovata della giunta leghista di Bòlgher, per dirla in dialetto bergamasco, è una supertassa sugli immigrati. Una delibera approvata il 15 gennaio ha infatti aggiornato i diritti di segreteria, portando il costo del rilascio di un certificato per idoneità alloggiativa a cinquecento (avete letto bene, cinquecento) euro. Non è il primo ritocco: fino al 2011 costava 35 euro, ma poi la stessa giunta l’aveva fatto salire a 150 euro.
Per capire lo sproposito, basti pensare che a Roma un certificato di idoneità alloggiativa costa una trentina di euro. E che nella stessa Bolgare chi chiede all’ufficio tecnico del Comune il permesso per costruire un interno appartamento se la cava con 280 euro, poco più della metà dei soldi che deve sborsare un immigrato semplicemente per attestare che la casa dove vive è adatta a ospitare esseri umani.
Serughetti e i suoi hanno voluto colpire proprio gli immigrati? È fuori di dubbio, come conferma la stessa delibera. Nelle premesse cita infatti “taluni episodi di delinquenza, microcriminalità e teppismo” verificatisi negli ultimi mesi, che hanno costretto il personale comunale a “gravosi interventi, controlli e verifiche”, a spiegamento di “forze”, “utilizzo di energie fisiche e mentali e funzionali” e “interventi di sistemazione del patrimonio pubblico danneggiato”.
Tutte cose che gravano sulle casse comunali, con spese che vengono “genericamente addebitate ai cittadini tutti”. Ma la giunta ha un’idea geniale: “circoscrivere almeno in parte tale gravame, ritenendo equo parzialmente addebitarlo alle individualità extracomunitarie che chiedono di essere iscritte nell’Anagrafe Popolazione Residente di questo Comune, mediante riscossione dell’importo dei diritti di segreteria richiesti per il procedimento di rilasci o della certificazione di idoneità alloggiativa necessaria ai fini della predetta iscrizione”.
Capito il ragionamento leghista? Qualche teppista ha rotto una panchina nel parco? Un writer scatenato ha imbrattato con lo spray la facciata del palazzo comunale? Criminali senza volto hanno divelto un segnale stradale? Il danno devono pagarlo gli immigrati onesti. E regolari, naturalmente, altrimenti non potrebbero chiedere il certificato di idoneità alloggiativa.
Non bisogna essere principi del foro per capire che la delibera della giunta di Bolgare è esplicitamente discriminatoria e prevedere che cadrà al primo ricorso presentato in tribunale. Chissà però se questo manipolo di creativi amministratori restituirà di tasca propria i soldi strappati ingiustamente agli immigrati, magari con un sovrapprezzo per il disturbo.
Intanto, il sindaco Serughetti gongola per la sua ideona. E alla stampa locale che gliene chiede conto, ipotizzando che così farà scappare gli immigrati, risponde serafico: “Noi non obblighiamo nessuno a restare. Non siamo un centro commerciale che deve mettere nelle condizioni migliori i propri visitatori. Vogliamo solo garantire le condizioni migliori ai nostri cittadini”.
Elvio Pasca