Roma – 6 settembre 2013 – Si parla solo italiano. E chi sgarra paga.
È la linea scelta dal Brescia Calcio, serie B, per evitare “capannelli etnici” e far fare squadra ai suoi giocatori indipendentemente dal loro Paese d’Origine. Un rischio concreto visto che ben quattordici atleti dei trentasette che compongono la sua rosa sono stranieri.
La regola è stata inserita nel codice etico della società. Chi non parlerà italiano nei ritiri, nello spogliatoio e in campo verrà prima richiamato, poi multato: 50 euro la prima volta, 100 se recidivo. Cifre che forse non riusciranno a spaventare uno strapagato giocatore, ma l’importante, sembra di capire, è dare un segnale.
Italocentrismo? Non si direbbe, a giudicare dalla campagna abbonamenti del Brescia Calcio, che quest’anno parla anche inglese, arabo e cinese e usa figli di immigrati come testimonial Obiettivo della società è infatti portare allo stadio anche gli immigrati,.
Proprio a questa nuova fetta di pubblico (170mila persone in tutta la provincia) è dedicata una promozione speciale. La società informa infatti che i cittadini stranieri che si abboneranno in questi giorni riceveranno in omaggio sei biglietti per lo stesso settore “da destinare a donne e/o bambini loro famigliari, amici o conoscenti con i quali vorranno condividere l’esperienza dello stadio e del Brescia”.
EP