Roma – 26 luglio 2013 – Fuori il razzismo dagli stadi, lasci il posto al tifo multietnico. Iniziando magari dalla città che ha visto sbocciare il talento di Super Mario Balotelli, parafulmine per tutti quelli che credono che “non esistono neri italiani”.
“I nostri colori, la nostra passione”, recita la campagna abbonamenti appena presentata dal Brescia calcio, squadra con oltre cento anni di storia che oggi milita in serie B, con uno slogan che parla italiano, inglese, arabo, cinese e dialetto bresciano. E per testimonial ha cinque ragazzi che, a giudicare dai tratti somatici, hanno genitori provenienti dai quattro angoli del mondo.
A sentire i dirigenti della squadra, l’idea nasce da due esigenze. Si vuole dare un messaggio culturale importante, come ha fatto qualche giorno fa anche il Milan annunciando tolleranza zero contro il razzismo. C’è però anche la presa d’ atto che bresciani sono anche quegli immigrati (e naturalmente i loro figli) che vivono e lavorano sul territorio, e allora perché non considerarli anche come potenziali tifosi?
"Ormai, anche guardando le nostre squadre del settore giovanile ma anche nella nostra Prima Squadra, si nota come Brescia stia diventando sempre di più una città e una realtà multietnica e, in questa direzione, vogliamo rivolgerci a tutte le comunità che vivono nel territorio bresciano e che rappresentano, statistiche alla mano, un’alta percentuale che non può essere ignorata" ha spiegato Fabio Coroni, direttore tecnico e figlio del presidente del Brescia.
Chissà quanto conta, in questa scelta, il fatto che il responsabile commerciale della società, Yassine Fellag, ha origini algerine.
"Vogliamo fare leva – spiega Fellag – sul territorio, sulla nostra gente ma anche sulle nostre tradizioni. Accanto al tifoso bresciano, che rappresenta sempre il nostro primo target di riferimento, abbiamo voluto coinvolgere ed intercettare anche tutte quelle comunità che vivono nel nostro territorio, con la speranza e la volontà di avvicinare anch’essi alla realtà del Brescia Calcio".