Roma – 3 febbraio 2012 – La pubblicità, di sicuro, se la sono fatta. Il problema è come.
I due protagonisti, secondo l’agenzia che ha creato la campagna, “rappresentano due mondi e due stili di vita contrapposti”. “Da una parte lo stralunato personaggio, consumato da una vita certamente border-line, da orari esagerati e probabilmente eccitato non per cause naturali… Dall’altra la semplicità, la forza fisica, il benessere fatto persona di una semplice ragazza che sorride alla vita facendo flessioni”.
Diversa la lettura che ne danno alla Polisportiva Independiente, attiva in un centro sociale cittadino. “Difficilmente – denunciano in un comunicato – una campagna di marketing è riuscita ad utilizzare tanti stereotipi in un colpo solo! Da una parte uno “sporco immigrato”, dall’altra la solita rappresentazione della donna giovane e sexy. L’attività sportiva non è un lusso riservato solo a coloro che rispecchiano i canoni estetici dominanti, ma nasce come momento di incontro e conoscenza con sé stessi e con gli altri”.
EP