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Il calcio europeo contro il razzismo: “Partite sospese e pene più severe”

La risoluzione del Consiglio Strategico per il Calcio Professionistico, che riunisce federazioni, club, leghe e giocatori, ratificata oggi dalla UEFA. “Opposizione incondizionata a qualunque episodio discriminatorio”

Roma – 28 marzo 2013 –  Il calcio europeo ribadisce la tolleranza zero contro il razzismo. Chiede pene più severe per i colpevoli, un’opera di educazione e prevenzione, l’impegno di allenatori e giocatori e lo stop alle partite quando gli stadi si riempiono di odio.

È tutto scritto in una risoluzione approvata ieri all’unanimità a Sofia dal Consiglio Strategico per il Calcio Professionistico (PFSC), organismo che riunisce rappresentanti delle federazioni nazionali europee, dei club, delle leghe  e dei giocatori, e ratificata oggi dal Comitato Esecutivo UEFA. Qui di seguito il testo integrale:

Il Consiglio Strategico per il Calcio Professionistico:

– Prende atto del fatto che le attuali misure educative/preventive e le strutture disciplinari in essere hanno portato a un miglioramento rispetto al passato, pur non riuscendo a prevenire completamente il reiterarsi di episodi a sfondo discriminatorio

– Riconosce che molti paesi hanno preso provvedimenti significativi e di successo, ma che tali incidenti restano comunque diffusi nel continente

– Invita la UEFA, le federazioni nazionali e le leghe a legiferare per rendere più pesanti le sanzioni in merito agli episodi di razzismo

– Chiede agli organi disciplinari di applicare tali sanzioni più pesanti in caso di comprovati episodi a sfondo discriminatorio e di cercare un modo per obbligare i soggetti sanzionati a intraprendere azioni preventive

– Reitera la richiesta che gli organizzatori di competizioni in Europa applichino le linee guida UEFA sulla gestione degli episodi di razzismo durante le partite

– Invita gli arbitri a interrompere le partite in caso di episodi di razzismo, supportandone l'operato, e chiede che le federazioni nazionali e le leghe agiscano allo stesso modo

– Chiede alle federazioni nazionali, alle leghe, ai club e alle associazioni calciatori di rivedere e migliorare le proprie misure educative in merito al razzismo

– Si impegna a supportare ulteriormente e a rafforzare le attuali misure antidiscriminatorie sia a livello europeo che a livello nazionale

– Chiede a calciatori e allenatori – soprattutto a quelli che potrebbero avere maggiore influenza su coloro che si rendono colpevoli di atti discriminatori – di condannare tali atti, anche se questo significasse criticare i propri tifosi o i propri giocatori

– Chiede alle autorità nazionali (governi, forze dell'ordine, ecc.) di contribuire: fornendo agli organi calcistici le necessarie misure legali, arrestando, perseguendo penalmente e bandendo dagli stadi per periodi significativi coloro che si rendono responsabili di espisodi di razzismo, consentendo lo scambio di informazioni in merito a comportamenti discriminatori fra stati e organi calcistici.

– Infine, il PFSC prende atto del fatto che il razzismo è una forma di discriminazione, ma non è l'unica che si manifesta nel mondo del calcio, ed esprime la propria incondizionata opposizione a qualunque episodio discriminatorio.
 

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