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Il cardinale Paul Poupard: “Deluso dall’atteggiamento dell’Europa sull’immigrazione”

"Ora la Ue faccia veramente qualche cosa di concreto” Roma, 11 aprile 2011 – ”Sono sconvolto. Su quanto succede nel Mediterraneo non dico altro, anche se e’ vero che sono nato in Francia. Ma da anni ormai sono cittadino vaticano. Comunque, di fronte alle migliaia di persone, tra cui donne e bambini, che scappano da guerre, oppressioni e malattie, e’ ben poca cosa stare qui a disquisire di nazionalità".

Il cardinale Paul Poupard, gia’ ‘ministro della cultura’ vaticano, confessa cosi’ in un’intervista al quotidiano ‘la Repubblica” la propria ”delusione” per l’atteggiamento assunto dall’Europa verso gli immigrati giunti dai Paesi del Nord Africa. Poupard si augura che ”ora la Ue faccia veramente qualche cosa di concreto” e sottolinea: ”non si puo’ restare indifferenti quando, a pochi chilometri dalla ricca Europa, c’e’ chi muore in mare solo perche’ tenta di salvarsi. Per questo confesso che sono sconvolto come uomo e come uomo di Chiesa: Ma quante persone dovranno morire ancora perche’ l’Europa si svegli ed intervenga per porre fine a una simile tragedia?”.

”Non bisogna fare i Ponzio Pilato o rifugiarsi in deprecabili scaricabarile. Le tragedie del Mediterraneo interrogano la coscienza di tutti, specialmente dei piu’ ricchi. L’Europa avrebbe dovuto fare molto di piu’. Invece -rileva il cardinale Poupard- assistiamo a scambi di accuse e pericolosi distinguo. Mentre i poveri muoiono travolti dalle acque, bombardati o ammassati in vergognosi campi di contenimento, che evocano ben altri campi”.

 ”Non posso commmentare le decisioni dei singoli Stati. Come piu’ volte ci ha ricordato Benedetto XVI in linea con i suoi predecessori, da Giovanni Paolo II fino a Pio XI, i poveri, specie quelli che vivono le tragedie piu’ disumane, sono nostri fratelli e vanno aiutati al di la’ delle differenze politiche, nazionali e religiose. Come ha gia’ fatto la Cei. Mi auguro -conclude- che anche gli Stati facciano altrettanto con amore, semplicita’ e senso del bene comune”.

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