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Il Cardinale Tettamanzi: “Milano non risponda ai rom solo con la forza”

La replica di De Corato: "MIlano città solidale con chi la rispetta" Milano, 5 dicembre 2009 – La risposta di Milano e delle sue istituzioni "alla presenza dei rom non puo’ essere l’azione di forza senza alternative e prospettive, senza finalita’ costruttive". Lo ha affermato il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, nel suo discorso alla citta’ per la vigilia di Sant’Ambrogio.

"Mi ha colpito – ha spiegato il cardinale – nei giorni scorsi, a seguito dello sgombero di un gruppo di famiglie rom accampate a Milano, la silenziosa mobilitazione e l’aiuto concreto portato loro da alcune parrocchie, da tante famiglie del quartiere preoccupate, in particolare, di salvaguardare la continuita’ dell’inserimento a scuola, gia’ da tempo avviato, dei bambini".

Secondo l’arcivescovo di Milano "la risposta della citta’ e delle istituzioni alla presenza dei rom non puo’ essere l’azione di forza, senza alternative e prospettive, senza finalita’ costruttive. La Chiesa di Milano, il volontariato e altre forze positive della citta’ hanno dimostrato, e rinnovano, la propria disponibilita’ per costruire un percorso di integrazione. Non possiamo -ha aggiunto- per il bene di tutta la citta’, assumerci la responsabilita’ di distruggere ogni volta la tela del dialogo e dell’accoglienza nella legalita’ che pazientemente alcuni vogliono tessere".

DE CORATO, MILANO CITTA’ SOLIDALE CON CHI LA RISPETTA
"All’arcivescovo tocca la cura delle anime e quando si esprime su argomenti come la solidarieta’, l’uguaglianza, la giustizia, il perdono, parla ex cathedra. E i suoi richiami sono sempre degni di grande attenzione. Ma altra cosa e’ l’amministrazione della citta’. E un amministratore e’ un po’ come il buon padre di famiglia. Deve anche garantire servizi e sicurezza ai cittadini. Con risorse che non sono infinite. E deve dunque agire con quel realismo, invocato dallo stesso cardinale. Gli stessi sgomberi non avvengono alla cieca, ma in linea con una direttiva Ue, la 38 del 2004, in base alla quale i comunitari che non hanno mezzi sufficienti per autosostenersi devono esseri allontanati e rimpatriati". Lo dichiara il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, commentando il discorso alla citta’ pronunciato da Tettamanzi.

Questo, continua, "per evitare che il peso economico e sociale sia totalmente scaricato su singoli Paesi o peggio su singole citta’, come accade a Milano. E comunque il Comune offre sempre accoglienza a donne e bambini nelle proprie strutture convenzionate, dove gia’ ci sono migliaia di italiani ed extracomunitari. Ovvero nei limiti delle sue disponibilita’". ”Milano – spiega De Corato – ha dato casa e lavoro a 195 mila stranieri, il 15% dei residenti. Una media quasi tripla rispetto a quella nazionale. Persone che hanno avuto, grazie alla citta’, possibilita’ di formare una famiglia e contribuire al benessere di tutti. E destina, attraverso i servizi sociali, risorse alle fasce deboli piu’ di ogni altra grande metropoli, come ha certificato il recente studio Civicum. Dunque in tema di solidarieta’ e integrazione non ha nulla di cui vergognarsi".

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