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Il cardinale Vegliò: “Chiusura delle frontiere non è la risposta”

"I media siano responsabili nel trattare il tema dell'immigrazione"

Roma, 12 gennaio 2013 – La chiusura delle frontiere non e' una risposta all'immigrazione clandestina, perche' favorisce il contrabbando e la tratta delle persone.

Lo ribadisce il cardinale Antonio Maria Veglio', presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, invitando a ricercare soluzioni che tengano conto delle "varie necessita'" e del "rispetto dei diritti" delle persone coinvolte, in particolare dei piu' deboli.

In una intervista all'Osservatore Romano – alla vigilia della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra domani 13 gennaio – il porporato denuncia anche la drammatica situazione dei profughi della Siria, il cui numero gia' elevato (oltre mezzo milione) e' destinato a raddoppiare nel giro di pochi mesi. E richiama i media alle loro responsabilita' nell'orientare l'opinione pubblica di fronte al fenomeno dell'immigrazione, invitandoli in particolare a non alimentare atteggiamenti di paura o di criminalizzazione delle persone.

 In particolare sulla situazione in Siria, monsignor Veglio' denuncia: "e' davvero desolante, 'dilaniata da continui massacri e teatro di inumane sofferenze tra la popolazione civile', come ha detto il Papa nel discorso al corpo diplomatico, lunedi' scorso". Quanto alle strade da percorrere di fronte alle tragedie dell'immigrazione clandestina, che continuano a susseguirsi con il loro carico di dolore e di morte, monsignor Veglio' sostiene: "Le migrazioni cosiddette miste sono un fenomeno mondiale.
Si registrano nel mar Mediterraneo, nel golfo di Aden, per le strade verso il Sud Africa, o attraverso il deserto latinoamericano verso gli Stati Uniti. Gia' nel 2006, un piano d'azione in dieci punti venne messo a punto e poi ulteriormente sviluppato dall'Unhcr con altri partner per regolarizzare l'ingresso dei flussi migratori misti, composti da richiedenti asilo e da migranti. Essi si muovono fianco a fianco sulle stesse rotte, utilizzando mezzi di trasporto o ricorrendo ai servizi di contrabbandieri di persone. Queste diverse categorie umane hanno bisogno di essere trattate secondo le loro varie necessita' e nel rispetto dei loro diritti".

"I migranti irregolari – prosegue – devono ricevere un trattamento differente dai richiedenti asilo irregolari, mentre specifiche attenzioni vanno rivolte ai bambini, alle vittime di tratta o alle persone con disabilita' fisiche e mentali. Cio' naturalmente implica un approccio individuale e uno screening per determinare le esigenze di protezione. Questo metodo – aggiunge – ha anche conseguenze sulla ricerca di soluzioni per i richiedenti asilo e i rifugiati, e sulle modalita' di rimpatrio per i migranti".

La chiusura delle frontiere, secondo il porporato "non e' una soluzione contro l'immigrazione mista, ma incentiva il contrabbando delle persone. La mancanza di possibilita' di sostentamento e' una delle ragioni che spingono a questo tipo di migrazione. L'introduzione di programmi per una migrazione legale potrebbe facilitare l'ingresso regolare dei migranti, rispondendo alle richieste del mercato del lavoro e alle diverse esigenze", afferma. "Cio' consente ai lavoratori migranti di accedere alla previdenza sociale, nonche' ad altri servizi e strutture che garantiscono il rispetto dei loro diritti umani. Un'altra soluzione, molto auspicabile e direi ideale – sostiene – sarebbe quella di assistere i Paesi di origine e di promuovere al loro interno un autentico sviluppo umano, con condizioni di vita dignitose per tutti i suoi cittadini".

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