Roma – 30 maggio 2013 – Li chiamano beach steward e sono una sorta di vigilantes delle spiagge di Jesolo, pagati dai gestori degli stabilimenti della cittadina veneta.
Hanno il compito di far sloggiare gli “imbucati” che senza pagare il biglietto piazzano asciugamani tra gli ombrelloni, ma anche di contrastare i venditori e massaggiatori ambulanti abusivi. Come? Invitandoli ad allontanarsi, chiamando i vigili urbani se non lo fanno e informando i clienti che rischiano multe salate se acquistano merce contraffatta.
È il secondo anno consecutivo che la squadra di beach steward scende in spiaggia, ma stavolta c’è una novità. Tra i cinquanta assunti per la stagione balneare che sta per iniziare (la maggior parte sguinzagliati sulla sabbia, altri in una macchina pronta a intervenire in caso di necessità) non c’è nemmeno una donna. E, a sentire chi li paga, la “colpa” è degli immigrati musulmani.
“Nessuna discriminazione. Ma abbiamo rilevato che in vari casi le operatrici sono state motivo di tensione con gli immigrati e non certo per colpa loro” sostiene Renato Cattai, presidente della Federconsorzi Arenili Lido di Jesolo, puntando il dito contro la della donna nella religione musulmana.
“Abbiamo riscontrato – continua Cattai- che il musulmano non tollera di essere rimproverato da una donna la considera un’offesa, si agita, risponde in malo modo, creando situazioni di tensione. E così abbiamo deciso di impiegare solo maschi”.