Padova – 17 settembre 2014 – Su sessantasei bambini, solo uno ha mamma e papà italiani, tutti gli altri sono figli di immigrati.
Succede a Padova, alla scuola materna statale Quadrifoglio, nel multietnico quartiere dell'Arcella. La mamma italiana non ci sta e in una lettera al sindaco (il leghista Massimo Bitonci) e ai giornali locali si dice "molto preoccupata " e punta il dito contro "una scelta educativa e didattica molto sbagliata".
"Con un rapporto così sproporzionato – denuncia la signora Eleonora Baccaro – non si può più neanche parlare d’integrazione. Oppure si dovrebbe parlare solo d’integrazione al contrario. Ossia dei bambini italiani all’interno del gruppone degli stranieri".
La mamma mette le mani avanti, dice che razzismo e intolleranza non c'entrano, ma parla di un problema "di natura culturale e pedagogica". "Con così tanti bambini che hanno una base culturale diversa dalla nostra e professano una religione diversa, durante l’anno scolastico sarà possibile organizzare una recita natalizia ispirata al nostro credo cattolico?".
Anche le maestre sono preoccupate. Per la sproporzione e per i pochi mezzi che hanno per rispondere a questa sfida.
"È scontato che noi insegnanti facciamo il possibile per far stare bene tutti i bambini e per assicurare a tutti un’educazione ottimale, ma, in questo contesto, la nostra buona volontà e la nostra efficienza organizzativa non bastano" dice oggi a Il Mattino la coordinatrice Gabriella Balbo.
"Il fatto di essere una scuola statale e non una scuola comunale, probabilmente, ci danneggia. Come mai – chiede Balbo – non siamo dotati dei facilitatori culturali e dei mediatori linguistici, di cui, invece, abbiamo tanto bisogno?"