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Il caso.”Via il turbante se vuoi giocare”

Arbitro lascia in panchina un quindicenne di origine sikh a Brescia. L’allenatore: “Una discriminazione”

Brescia – 27 novembre 2013 – “O toglie il copricapo o il ragazzo non gioca” ha detto l’arbitro. Ed è finita così, ancora prima di iniziare, la partita di Gurpartap Singh.

Domenica scorsa il quindicenne di origine sikh era sceso in campo con l'Usd Montirone, la squadra del suo paese in provincia di Brescia, per giocare contro il Real Sant'Eufemia, capolista del campionato Allievi girone E. Il direttore di gara, con un’originale interpretazione del regolamento, l’ha però costretto a tornare in panchina, una scelta obbligata dal momento che la religione del ragazzo gli impone di coprire il capo.

A denunciare l’accaduto sul sito Bresciaoggi.it è Alfredo Carrabba, preparatore atletico del Montirone: “Non è mai capitato un episodio così vergognoso: il ragazzo è nel Montirone sin dai Giovanissimi e non gli era mai stato impedito di giocare una partita. Ho provato a far ragionare l'arbitro: non c'è stato nulla da fare”.

Secondo l’allenatore, quella dell’arbitro “è stata una decisione personale e discriminatoria, il regolamento non c'entra. Il ragazzo è stato accanto a me, in panchina, per tutto il match, fino a dodici minuti dalla fine del secondo tempo. Aveva gli occhi lucidi di rabbia”. Solo a pochi minuti dalla fine del match, l’arbitro ha cambiato idea e ha detto all’allenatore che, se voleva, poteva far entrare in campo il ragazzo.

L’Usd Montirone ora ha chiesto l’intervento della Federazioni giovanile. “Non ha importanza che l'arbitro sia punito, basta che sia un episodio isolato.  Se questo accade per una squadra di ragazzini, cosa ci si può aspettare a livelli più alti?” chiede Carrabba.
 

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