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Il centro di Roma, cuore del melting pot capitolino

Nel I municipio oltre il 27% dei residenti è straniero. La famiglia sempre più spesso è multietnica: una volta su quattro all’altare la coppia è mista

Roma – 18 febbraio 2008 – Il I municipio di Roma conferma il proprio primato in fatto di melting pot. Con 26.342 stranieri iscritti all’anagrafe, è il territorio con la più alta incidenza di residenti di cittadinanza non italiana. Sono il 27,4%, oltre tre volte la media cittadina, che si aggira intorno all’8,4%.

È quanto emerge dal primo Dossier 2008 sulla famiglia realizzato dall’assessorato comunale per le Politiche dell’infanzia. Nel municipio, raccolto principalmente tra il Centro Storico (8.444 residenti stranieri) e il quartiere Esquilino (7.212), risiede l’11,2% degli stranieri registrati negli elenchi anagrafici del Comune. Si tratta prevalentemente di europei e asiatici, che, nell’insieme, rappresentano il 66,7% del totale. Tra gli europei prevalgono i cittadini dell’Unione nel suo originario assetto a 15 Stati (18,4%), mentre tra gli asiatici pesano di più gli originari dell’area orientale, 15,3%.

E’ rilevante la presenza di filippini, 2.218 iscritti pari al 8,4% del totale e bengalesi, 2.182 ovvero circa l’8,2%, ma è alto anche il numero dei cinesi 1.259 (4,8%). Se si considera l’incidenza dei residenti nel I municipio sul totale dei connazionali iscritti nei registri anagrafici, si rileva la significativa concentrazione in quest’area tanto dei bengalesi 22%, quanto dei cinesi, 15% del totale, di cui il 12,5%, pari a 1.052 persone, risiede all’Esquilino.

La medaglia d’argento va al XX Municipio con un totale di 21.112 stranieri iscritti in anagrafe, che incidono per il 16,4% sul totale della popolazione locale. Anche qui a prevalere sono sempre gli europei, 35,4% ed asiatici 33% ma è rilevante anche l’incidenza degli americani, 18,3% e dei latino-americani, 14,7%. Tra gli asiatici prevalgono i filippini, 3.729 persone, pari al 17,7% del totale, seguiti dai cingalesi (1330 e 6,3%). Mentre fra gli europei il gruppo più consistente è quello dei romeni, 12,8% ovvero 2.708 persone.

Rilevante è la concertazione nel XX municipio dei cittadini dello Sri Lanka, che vi risiedono in oltre un quinto dei casi (21,4%). Significativa è anche la quota degli ecuadoregni che risulta residente in questa zona (17,5% del totale della collettività), nonché dei filippini (13,2%), dei peruviani (10%) e dei romeni (9,6%).

Altri municipi in cui si registra un’incidenza degli stranieri sul totale dei residenti più che doppia rispetto alla media nazionale sono il II (14.446 residenti stranieri, pari al 13,2% del totale), il XVII (14.161 – 11,6%) e il VI (12.000 – 10,4%).

Il II municipio di Roma si contraddistingue per il numero dei filippini (3.179, pari a un quinto di tutti i residenti stranieri) e per la più alta incidenza femminile: le donne rappresentano il 62,8% dei residenti stranieri, una quota nettamente superiore alla media cittadina che invece è pari al 52,8% e ai valori relativi ai municipi I, VI e VIII, dove a prevalere sono gli uomini.

Un dato interessante che emerge dal dossier riguarda le unioni multietniche del 2007. A Roma i matrimoni con almeno un coniuge straniero sono stati il 23% del totale. Capita più spesso che ad essere straniera sia la donna (quasi il 60% dei casi), che proviene prevalentemente dall’est Europa. Nell’ultimo triennio sono stati circa duemila i matrimoni con spose di altri paesi europei, tra le quali hanno giocato un ruolo importante romene, polacche e ucraine.

A differenza delle unioni tutte italiane in cui la differenza di età è mediamente di 2-3 anni, in quelle italo-straniere sale a circa 8. Se la sposa proviene da un paese europeo a sviluppo avanzato la differenza si riduce a poco più di 4 anni, per salire a 10 negli altri casi, con particolare riferimento a spose albanesi, romene o cubane. Nella combinazione inversa, invece, straniero-italiana, è la moglie a risultare in media più anziana, seppur di poco.

Gli sposi di origine afro-asiaticha sono in crescita, ma ancora relativamente poco numerosi anche quando appartengono alle etnie più presenti nella Capitale.

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