Palazzago, nel bergamasco, chiede la cittadinanza italiana. Una discriminazione che farà risparmiare all’amministrazione solo 500 euro
Roma – 12 febbraio 2010 – Si chiama ‘contributo ai nuovi nati’ l’aiutino accordato dal Comune di Palazzago, nel bergamasco, alle famiglie visitate dalla cicogna. Duecentocinquattotto euro e ventitre centesimi che di sicuro non cambieranno la vita a una famiglia in espansione, ma qualche pacco di pannolini riusciranno pure a regalarglielo.
Palazzago, stando ai dati Istat, conta circa quattromila residenti, centottanta dei quali stranieri. Gli immigrati quindi sono pochini, nemmeno il 5% del totale, ma secondo la maggioranza leghista che guida il paese sarebbero capaci di prosciugare le casse del Comune. Non si spiegherebbe diversamente la decisione di inserire tra i requisiti per il contributo anche la "cittadinanza italiana di almeno un genitore".
”Il regolamento è illegale perché fortemente discriminatorio” denuncia oggi su L’Eco di Bergamo il consigliere di minoranza Roberto Pogna, della lista civica “Per Palazzago”. La battaglia è portata avanti anche dalla Cgil e dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), che per un caso analogo hanno già portato il Comune di Brescia in tribunale, costringendolo alla marcia indietro.
Il sindaco Umberto Bosc minimizza: “È una sterile polemica politica, che rischia di trascinare in tribunale l’amministrazione a spese dei cittadini” e aggiunge che i figli di immigrati esclusi saranno “solo due”. Il regolamento leghista farebbe quindi risparmiare al Comune poco più di cinquecento euro: passare per razzisti, per giunta contro due bambini, è un danno di immagine che costa meno?
Elvio Pasca