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Il futuro della memoria

I clandestini di oggi sono gli italiani di domani. Aiutateci a costruire un museo della migrazioni Roma – 31 marzo 2011 – E così ne è affondata un’altra. Proprio mentre si smontavano le quinte dell’ennesima sceneggiata in cui l’Eroe a telecamere accese interveniva per risolvere l’emergenza (ma il materializzarsi di una crisi umanitaria che il Ministro dell’Interno conosceva da settimane si chiama emergenza, incompetenza o cattiva fede?), annegavano nel Nostro Mare altre donne, uomini  e un bambino.

Come loro in questi anni ne sono scomparsi a migliaia o forse a decine di migliaia, caduti sul campo della battaglia per la sopravvivenza. Oggi tutti abbiamo visto che volto ha un clandestino (ma si può essere clandestini nella ricerca della felicità?). Pochi però hanno ben chiaro che volto ha quello stesso clandestino dopo qualche anno di vita in Italia.

Ebbene, basta prendere uno a caso degli oltre 5 milioni di stranieri che lavorano e vivono in Italia. E già, perché le statistiche parlano chiaro, quasi tutti gli immigrati con regolare permesso di soggiorno o addirittura con la cittadinanza italiana, sono stati clandestini poi regolarizzatisi con sanatorie o decreti flussi (sanatorie).

Nessuno può fermare la Storia, neanche la Lega, quindi fra 20 o 30 anni milioni di ITALIANI avranno un genitore che è stato un clandestino o lo saranno stati loro stessi. Allora faremo i conti e saranno salati per chi non ha capito per tempo.

Spesso in Italia la memoria non ha un futuro, ma noi ci ostiniamo a credere il contrario e quindi  vorremmo ricordare che ogni anno milioni di cittadini Italiani, oltre che Americani, passano in pellegrinaggio su Ellis Island. Quell’isola davanti New York dove si sono fermati in “quarantena” come animali milioni di poveri Italiani, anche loro clandestini in cerca di felicità. Erano i figli di un’Italia misera, sono diventati i Padri della nazione più potente al mondo, la terra di libertà dove ad ognuno è riconosciuto il diritto di cercare la felicità.

Capite che fra 30 anni a Lampedusa ci sarà un museo (nessun Casinò non vi illudete/preoccupate) dove centinaia di migliaia di Italiani si fermeranno per ritrovare ed onorare il sacrificio dei propri Padri. E allora facciamolo per tempo e dimostriamo che la memoria di quello che siamo stati, un popolo di emigranti, ha un futuro. 

Noi, intanto, listiamo a lutto il nostro sito, e vi preghiamo di lasciare qui sotto un commento dedicato agli ignoti caduti nella guerra per la sopravvivenza. Da oggi, inoltre, inizieremo a costruire un museo virtuale dell’immigrazione. Inviateci le foto (redazione@stranieriinitalia.it) di quando eravate clandestini. Per non dimenticare. Perchè senza memoria non c’è futuro.

Gianluca Luciano

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