Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

Il labirinto dell’accoglienza migratoria in Italia tra delocalizzazione, precarietà e silenzi istituzionali

Roma, 3 gennaio 2024 – Il 2023 ha portato con sé sfide significative per la politica migratoria italiana, delineando una situazione complessa sia nelle prime fasi di accoglienza che nella gestione a lungo termine nei centri sul territorio. Mentre si assiste alla creazione della primissima accoglienza dei migranti sulle coste italiane, infatti, emergono contraddizioni e difficoltà nella gestione complessiva del fenomeno.

Migranti, troppi interrogativi sulla gestione dei flussi

Il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Martello, ha spiegato a L’Avvenire che la struttura di prima identificazione dei profughi a Lampedusa verrà probabilmente completata entro fine gennaio. La Croce Rossa Italiana, inoltre, ha recentemente reso noto che nell’ultima settimana del 2023, 2.839 migranti sono stati accolti nell’hotspot di Lampedusa, con 2.755 persone trasferite successivamente. Tuttavia, 93 persone rimangono nel centro di prima accoglienza di Contrada Imbriacola, sollevando interrogativi sulla capacità di gestione a lungo termine.

La delocalizzazione dell’hotspot di Lampedusa, avvenuta a due chilometri dal centro abitato, ha sicuramente evitato disagi alla popolazione locale durante le procedure iniziali di identificazione e il successivo monitoraggio dei migranti. Tuttavia, il trasferimento successivo tramite autobus ha generato ulteriori problemi nella gestione dell’ordine pubblico. Molti Centri di Accoglienza Straordinaria sono risultati saturi ed è avvenuta la creazione di campi di transito temporaneo, alcuni dei quali informali. “La gran parte dei profughi viene distribuita sull’intero territorio nazionale, in particolare nelle Regioni del Sud, come Puglia e Calabria. A Porto Empedocle rimangono 24-48 ore, poi se ne vanno in pullman”, ha sottolineato il sindaco Martello. La saturazione dei Centri di Accoglienza Straordinaria, però, ha portato alla creazione di campi temporanei informali. Sollevando preoccupazioni sulle condizioni e la dignità umana delle persone ospitate.

Nel Nord Italia, dalla provincia di Parma a Genova Voltri, da Padova a Rovigo fino al Mantovano, poi, emergono casi di campi di transito temporaneo e accoglienza in container che hanno suscitato reazioni contrastanti. La logica della delocalizzazione sembra, in alcuni casi, aver messo in secondo piano le esigenze umane, facendo scomparire il problema dalla vista dell’opinione pubblica. “Tanti arrivano proprio da Lampedusa, e sono stati sistemati in modo provvisorio prima a Cornocchio e poi a Martorano, nel Parmense. I profughi dovevano restarci alcuni giorni e invece si sono fermati per mesi. Tra di loro ci sono minori e donne sole. E spesso sono sistemati nel piazzale di quel che era un vecchio spazio produttivo”, raccontano dal Ciac, il Centro immigrazione asilo cooperazione di Parma e provincia.

Il Centro Immigrazione Asilo Cooperazione di Parma, poi, denuncia la lunghezza dei tempi per la richiesta di protezione, superando i cinque giorni previsti dalla legge. La mancanza di documenti mette a rischio l’espulsione, creando vulnerabilità e esponendo le persone al traffico e allo sfruttamento. Tuttavia, le istituzioni sembrano tacere su queste criticità. “Non avere permessi significa non potersi curare e non poter accedere ad altri sistemi di accoglienza, quelli ufficiali. Così si facilita lo scambio di persone e ci si espone al traffico e allo sfruttamento. Le istituzioni dovrebbero intervenire. Invece tacciono”, ha aggiunto inoltre il Ciac.

In uno scenario in cui il personale nelle Questure è insufficiente, limitando l’accesso a un diritto umano fondamentale, emerge quindi la necessità di un approccio più oculato e soluzioni concrete da parte delle istituzioni per garantire un’accoglienza dignitosa e rispettosa dei diritti fondamentali dei migranti. “Così gli stessi diritti vengono violati, mentre i servizi erogati a queste persone sono pari a zero. Possiamo accettare tutto questo in silenzio?“, si domande il Ciac in conclusione.

>> Tutte le notizie di Stranieri in Italia

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version