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Il Papa: “Saremo giudicati per il nostro comportamento verso gli stranieri”

“Gesù ha voluto prendere il volto di quanti hanno fame e sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri, di tutte le persone che soffrono o sono messe da parte”

Citta’ del Vaticano, 21 novembre 2011 – “Gesu’, il Figlio dell’uomo, il giudice ultimo delle nostre vite, ha voluto prendere il volto di quanti hanno fame e sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri, insomma di tutte le persone che soffrono o sono messe da parte; il comportamento che noi abbiamo nei loro confronti sara’ dunque considerato come il comportamento che abbiamo nei confronti di Gesu’ stesso”.

Lo ha detto il Papa, nella messa celebrata nello “Stade de l’Amitie'”, in occasione della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Africae munus della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. “Ancor oggi, come 2000 anni fa, abituati a vedere i segni della regalita’ nel successo, nella potenza, nel denaro o nel potere, facciamo fatica ad accettare un simile re, un re che si fa servo dei piu’ piccoli, dei piu’ umili, un re il cui trono e’ una croce – ha sottolineato il Papa – E tuttavia, ci dicono le Scritture, e’ cosi’ che si manifesta la gloria di Cristo: e’ nell’umilta’ della sua esistenza terrena che Egli trova il potere di giudicare il mondo.

Per Lui, regnare e’ servire! E cio’ che ci chiede e’ di seguirlo su questa via, di servire, di essere attenti al grido del povero, del debole, dell’emarginato”. “Il battezzato sa che la sua decisione di seguire Cristo puo’ condurlo a grandi sacrifici, talvolta persino a quello della vita – ha proseguito il Papa – Ma, come ci ha ricordato san Paolo, Cristo ha vinto la morte e ci trascina dietro di se’ nella sua risurrezione. Ci introduce in un mondo nuovo, un mondo di liberta’ e di felicita’. Ancora oggi tanti legami con il mondo vecchio, tante paure ci tengono prigionieri e ci impediscono di vivere liberi e lieti. Lasciamo che Cristo ci liberi da questo mondo vecchio”.

“Tutti coloro che hanno ricevuto il dono meraviglioso della fede, questo dono dell’incontro con il Signore risorto, sentono anche il bisogno di annunciarlo agli altri – ha sottolineato poi il Papa – La Chiesa esiste per annunciare questa buona novella! E tale compito e’ sempre urgente! Dopo 150 anni, molti sono coloro che non hanno ancora udito il messaggio della salvezza di Cristo”.

“Molti sono anche quanti fanno resistenza ad aprire il proprio cuore alla parola di Dio – ha aggiunto – Molti sono coloro la cui fede e’ debole, e la cui mentalita’, le abitudini, il modo di vivere ignorano la realta’ del Vangelo, pensando che la ricerca di un benessere egoista, del guadagno facile o del potere sia lo scopo ultimo della vita umana. Con entusiasmo siate testimoni ardenti della fede che avete ricevuto! Fate risplendere in ogni luogo il volto amorevole del Salvatore, in particolare davanti ai giovani alla ricerca di ragioni di vita e di speranza in un mondo difficile”.

“La Chiesa in Benin ha ricevuto molto dai missionari: essa deve a sua volta recare questo messaggio di speranza ai popoli che non conoscono o non conoscono piu’ il Signore Gesu’ – ha concluso – Cari fratelli e sorelle, vi invito ad avere questa preoccupazione per l’evangelizzazione, nel vostro Paese e tra i popoli del vostro continente e del mondo intero”.

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