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Il procuratore di Novara: “Tempo perso processare i clandestini”

Francesco Saluzzo: “Sanzioni ridicole. Ho deciso di accantonare i processi per non sprecare risorse. Sono altri i reati da perseguire”

Roma  -28 ottobre 2013 – “Ho deciso di accantonare i procedimenti relativi alla condizione di clandestinità. È una perdita di tempo inseguire fantasmi per tutta Italia a fronte di una sanzione irrisoria e un grande impegno della macchina giudiziaria”.

Lo ha detto sabato Francesco Saluzzo, capo della Procura di Novara, intervenendo a margine della presentazione di un rapporto sull’immigrazione. “Clandestino – ha sottolineato Saluzzo – non è uguale a delinquente e italiano non è sinonimo di persona perbene. Il problema è che siamo di fronte a una situazione drammatica e impossibile da risolvere. Quindi ho fatto una scelta di cui sono pronto a rispondere se me ne chiederanno conto”.

“Ho stabilito – ha spiegato il Procuratore – di accantonare i processi che riguardano l’articolo 6 del Testo Unico sull’immigrazione [mancata presentazione dei documenti n.d.r.]: è un gioco dell’oca alla rincorsa di chi magari non è nemmeno più qui. Una sanzione ridicola a fronte di un processo è prevista anche per l’articolo 10 bis  sul reato di clandestinità. Così non ho ritenuto di usare le risorse dell’ufficio per questi reati”.

È una posizione in linea con la denuncia dell'Associazione Nazionale Magistrati, secondo la quale il reato di clandestinità è “inutile e dannoso”.

Saluzzo ha lanciato però l’allarme su altri crimini che hanno per protagonisti i cittadini stranieri.

“Assistiamo preoccupati al moltiplicarsi di violenze familiari, in forme che arrivano anche alla segregazione, da parte di stranieri nei confronti di coniugi o figli che vogliono “occidentalizzarsi”. Un caso è emerso in questi giorni: la vittima era stata addirittura ritirata da scuola da due anni” ha raccontato.

In questi casi, ha commentato, “è necessaria una sorta di “prevenzione culturale”. Bisogna far comprendere che certi atteggiamenti qui non sono tollerati. Sulla clandestinità, invece, non ho ricette: gli strumenti penali non servono, quelli amministrativi come l’espulsione sono molto difficili da attuare”.
 

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