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Il “Manifesto dei sindaci sull’immigrazione”

Le proposte dei primi cittadini. Zanonato (Anci): "Una prospettiva trasversale, organica e di lungo periodo"

Roma – 6 ottobre 2009 – Da un piano nazionale per l’integrazione, a una burocrazia più snella per i permessi di soggiorno, passando per un maggiore coinvolgimento degli immigrati nella vita locale e l’impegno contro la nascita dei quartieri-ghetto.

Sono alcune delle proposte contenute del Manifesto dei sindaci sull’immigrazione nato in seno all’associazione nazionale dei comuni italiani e aperto al contributo di tutti i primi cittadini d’Italia. Dodici punti dai quali partire perché, recita il testo, “l’integrazione degli immigrati residenti si realizzi in modo sereno, nel rispetto reciproco, come convivenza tra persone che tutte partecipano dei valori sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.”.

“Il documento intende definire le priorità e l’impegno dei Comuni per affrontare il tema migratorio in una prospettiva trasversale, organica e di lungo periodo” dice Flavio Zanonato, sindaco di Padova con delega Anci alla sicurezza. Tutti i sindaci sono invitati  a presentare commenti e proposte inviando una mail all’indirizzo immigrazione@anci.it.

Ecco il testo completo:

"Manifesto dei Sindaci sull’immigrazione
Roma, ottobre 2009

La presenza di quasi quattro milioni di immigrati regolarmente residenti in Italia sta cambiando il volto delle nostre comunità.

Noi, i Sindaci, riteniamo necessario affrontare il tema dell’integrazione in una prospettiva organica e di lungo periodo.

Rappresentiamo schieramenti politici diversi, ma siamo uniti dalla concreta esperienza di governo dei territori, dal contatto con i problemi quotidiani delle persone e delle famiglie, dalla percezione dell’urgenza dei nodi da sciogliere e dalla consapevolezza di non poter perdere tempo prezioso nell’affrontarli.

Avanziamo alcune proposte e ribadiamo l’impegno a lavorare affinché l’integrazione degli immigrati residenti si realizzi in modo sereno, nel rispetto reciproco, come convivenza tra persone che tutte partecipano dei valori sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.

Per perseguire questo obiettivo riteniamo necessario:

1. Costruire un Piano nazionale per l’integrazione
Proponiamo un Piano nazionale per l’integrazione, da costruire con le istituzioni e gli attori sociali e da articolare sui territori sulla base delle specifiche necessità. Un Piano triennale che affronti il tema in modo organico, fissando responsabilità e risorse su obiettivi chiari e misurabili in ambiti quali: la scuola, la formazione professionale, il lavoro, la salute, i servizi sociali, la sicurezza urbana, le politiche abitative.

2. Il rispetto della legalità fondamento dell’integrazione
Consideriamo obiettivi ineludibili contrastare l’immigrazione irregolare e colpire chi specula sul traffico di esseri umani. Il rispetto della legalità va posto a fondamento dell’integrazione: nella lotta al lavoro nero e agli incidenti sul lavoro (di cui spesso gli immigrati sono prime vittime), alle speculazioni sul mercato abitativo, ad ogni forma di sfruttamento dei più deboli. Rispetto delle regole per tutti, dunque, immigrati e non, per far crescere in Italia una rinnovata etica pubblica.

3. Rafforzare il welfare locale e adeguarlo ai nuovi bisogni
L’immigrazione non porta nei Comuni solo nuove “forze lavoro”,  ma famiglie con nuovi bisogni sociali. Per garantire la coesione e scongiurare guerre tra poveri sui servizi essenziali, riteniamo necessario rafforzare il fragile welfare locale. Non è più rinviabile una netta inversione di tendenza: centralità ai territori, garanzia nelle risorse, programmazione di lungo periodo per lo sviluppo di un sistema di servizi sociali finalmente adeguato ai bisogni.

4. Semplificare e snellire la burocrazia
Si aiuta l’integrazione semplificando le procedure e i tempi burocratici per permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, attività produttive. Per il rinnovo dei permessi i Comuni hanno già garantito la loro disponibilità. In questo periodo di crisi si ritiene utile valutare il possibile prolungamento nella durata dei permessi di soggiorno per chi ha perso il lavoro e agevolare anche la migrazione “circolare”, rendendo più flessibile il rientro in patria e il ritorno in Italia in relazione alle opportunità occupazionali. Per chi intende stabilizzarsi in Italia, l’acquisizione della cittadinanza rappresenta un passaggio fondamentale. Auspichiamo che il dibattito in corso sul tema porti ad individuare norme che promuovano e sostengano l’integrazione.

5. Un intervento coordinato delle istituzioni centrali e locali
Se il controllo delle frontiere è prerogativa dello Stato, l’integrazione ha come protagonista il territorio locale. Per governare l’integrazione è necessario rafforzare il coordinamento operativo tra i Comuni e gli altri livelli istituzionali, a partire da esperienze positive come quelle già in corso per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e per i minori stranieri non accompagnati. In un quadro avanzato di sussidiarietà, dove responsabilità istituzionali e responsabilità civiche si incontrano, decisiva è anche l’azione quotidiana del terzo settore, anche nei luoghi più difficili e dolorosi.

6. Il rispetto dei diritti umani e l’impegno dell’Europa
La protezione dei richiedenti asilo è per l’Italia un principio di civiltà, prima ancora che un dovere internazionale. Nel quadro di una nuova condivisione europea, riteniamo essenziale porsi l’obiettivo di liberare l’esercizio del diritto di asilo dal passaggio oggi obbligato nelle mani di trafficanti di esseri umani, sperimentando modalità di raccolta e di esame delle richieste nei paesi di primo asilo e ove possibile negli stessi paesi di origine, sotto la garanzia delle agenzie internazionali.
Nell’avanzare queste richieste, riaffermiamo il nostro impegno e quello delle comunità locali che amministriamo in particolare nei seguenti ambiti:

7. Promuovere la convivenza quotidiana a partire dal dialogo
Nelle comunità locali l’integrazione diventa vita quotidiana. Il nostro impegno è volto a fare in modo che in Italia, dove l’immigrazione non si concentra nelle grandi città ma è diffusa nei piccoli e medi centri, si assicuri il rispetto delle regole di convivenza, aprendo ovunque possibile spazi di dialogo, non impoverendo, bensì rafforzando le radici dell’identità nazionale nell’incontro con culture diverse.

8. Promuovere la vivibilità e contrastare i ghetti urbani
I Comuni sono impegnati a sostenere la buona qualità della vita urbana, combattendo il degrado e la nascita di quartieri-ghetto dove si concentrano, in modo isolato, singoli gruppi etnici. Promuovono  il decoro degli spazi pubblici e il loro utilizzo da parte di tutti, consapevoli che il degrado alimenta l’insicurezza e mina i fondamenti della convivenza.

9. Favorire l’accesso ai servizi e la partecipazione civica
Alla base dell’integrazione c’è l’informazione e la conoscenza. I Comuni operano per garantire la mediazione culturale per l’accesso ai servizi pubblici, per favorire l’apprendimento della lingua italiana, incoraggiare la  partecipazione attiva degli immigrati alla vita della comunità locale e valorizzare il ruolo delle donne per l’inclusione sociale.

10. Lottare contro lo sfruttamento e proteggere le vittime
La lotta alla tratta degli esseri umani, allo sfruttamento sessuale e lavorativo, alla mendicità forzata rappresenta un impegno primario per tutti i Comuni, al fianco delle forze dell’ordine e a protezione delle vittime, collaborando con il terzo settore per lo sviluppo di una rete di servizi dedicati.

11. Sostenere i cittadini italiani di domani
Sono mezzo milione i figli di genitori stranieri che vivono in Italia. Il nostro impegno è volto a superare il divario che oggi li lascia indietro nel rendimento scolastico e ad assicurare un ambiente formativo più adeguato per tutti i minori, stranieri e non. Vogliamo che l’Italia di domani sia un paese in cui i bambini e le bambine conservino con orgoglio la storia dei loro genitori e dei loro nonni e, allo stesso tempo, siano fieri di essere  cittadini italiani (e dunque bolognesi, romani, milanesi o vicentini,..).

12. Un impegno umanitario oltre i confini
Affrontiamo il tema dell’immigrazione consapevoli della necessità di intervenire sulle cause che oggi spingono milioni di esseri umani a lasciare la propria terra in cerca di condizioni di vita accettabili. Da sempre i Comuni italiani sono in prima linea nella cooperazione decentrata, sapendo di condividere tutti una responsabilità per il futuro del pianeta. La partecipazione dei Comuni alla preparazione dell’Expo 2015, dedicato alla sicurezza alimentare nel mondo, è per noi oggi l’occasione di rilanciare e rafforzare questo impegno". 

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