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Il ruolo delle rimesse economiche degli immigrati: perchè sono importanti

Roma, 10 giugno 2024 – Spesso le rimesse economiche inviate dai migranti lavoratori in Italia verso le loro famiglie nei paesi d’origine sono sottovalutate e banalizzate da letture strettamente economiciste. Queste interpretazioni si concentrano esclusivamente sui dati quantitativi e statistici, trascurando la dimensione sociologica del fenomeno. In realtà, le rimesse economiche rappresentano molto più di semplici flussi monetari: esse derivano da esperienze di lavoro in Italia e sono finalizzate non solo alla sopravvivenza, ma anche alla realizzazione di progetti di vita familiare concordati, che spesso ispirano la stessa migrazione.

Migranti, un fenomeno di grande impatto economico e sociale

Come spiega L’Eurispes.it, il denaro inviato all’estero dai migranti incide profondamente sulla vita di migliaia di persone e, in alcuni casi, sugli equilibri economici dei paesi riceventi. Nei paesi a basso e medio reddito, dove l’emigrazione è particolarmente forte, le rimesse dei migranti superano spesso il valore combinato dell’aiuto pubblico allo sviluppo e degli investimenti diretti esteri. Questi flussi di denaro sono cruciali per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, in particolare l’obiettivo numero 10, che mira a ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i paesi.

Nel 2023, dall’Italia sono stati inviati 8,2 miliardi di euro di rimesse economiche verso molti paesi stranieri. Sebbene in lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti, considerando le rimesse “invisibili” (contanti consegnati a mano, invio di regali, ricariche telefoniche, invio di gioielli o oggetti di valore non dichiarati), il volume complessivo potrebbe oscillare tra 9,4 e 11,9 miliardi di euro. Questi importi non possono essere visti come un’emorragia di denaro, ma come l’espressione del diritto dei lavoratori di disporre del proprio denaro guadagnato. Tra i paesi destinatari delle rimesse, il Bangladesh si conferma al primo posto con 1,2 miliardi di euro inviati, seguito da Pakistan e Filippine.

Questa predominanza dei paesi asiatici può essere attribuita alla natura familiare ed economica dell’emigrazione da queste regioni. Negli ultimi dieci anni, i flussi verso questi paesi sono aumentati, mentre quelli verso la Romania e il Brasile sono diminuiti. La Cina, un tempo il principale destinatario, ha visto un calo significativo, con solo 9 milioni di euro inviati nel 2023.

L’Impatto delle Rimesse sui Paesi di Origine

Il valore pro capite delle rimesse varia significativamente tra le diverse nazionalità. I cittadini del Bangladesh inviano in media 558 euro mensili pro capite, seguiti da quelli di Pakistan e Filippine con oltre 300 euro. Al contrario, i valori per i paesi del Nord Africa e dell’Est Europa sono nettamente inferiori. La Cina presenta un valore pro capite sorprendentemente basso di appena 3 euro mensili, indicando la necessità di ulteriori indagini. Il denaro inviato all’estero svolge una doppia funzione: primo, fornisce liquidità cruciale per gli equilibri economici dei paesi riceventi. Secondo, supporta le famiglie, migliorando la loro condizione sociale e facilitando la realizzazione di progetti di vita. Questo processo funge anche da modello replicante per altre famiglie, incentivando ulteriormente l’emigrazione.

Per una gestione più razionale dei flussi migratori e per supportare lo sviluppo nei paesi d’origine, è necessario che i decisori politici nazionali ed europei riconoscano il ruolo delle rimesse. Promuovendo investimenti sociali e ambientali, si possono ridurre le cause dell’emigrazione forzata e migliorare le condizioni di vita nei paesi d’origine. Contribuendo, inoltre, a prevenire pericolosi viaggi della speranza e le conseguenti tragedie umanitarie.

In sintesi, le rimesse economiche degli immigrati non sono semplici flussi di denaro, ma potenti strumenti di sviluppo e integrazione sociale. E il loro impatto merita una maggiore attenzione e comprensione sia a livello accademico che politico.

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