Roma – 17 aprile 2012 – Da oltre cinquant’anni il Salone del Mobile di Milano è punto di riferimento internazionale per il mercato dell’arredamento. A mettere in piedi una vetrina così scintillante è però anche il lavoro nero di tanti immigrati.
Un’inchiesta del Fatto Quotidiano a svelare il lato oscuro della kermesse che prende il via oggi nei 200mila metri quadri del quartiere Fiera a Rho. “Buona parte dei banconi e delle pareti di cartongesso che compongono gli stand sono stati costruiti da lavoratori, quasi sempre immigrati senza permesso di soggiorno, pagati pochi euro l’ora e rigorosamente in nero” spiega.
Reclutati dai caporali nei dintorni della Fiera, i lavoratori stranieri entrano grazie a badge falsificati e montano gli stand espositivi, poi, finito il Salone, tornano a smontarli. Le paga sono di sei, al massimo otto euro l’ora, naturalmente senza contributi e se qualcuno si fa male è difficile che vada a raccontarlo all’Inail. Un sistema fatto anche di una lunga serie di subappalti che rende più difficili i controlli.
Ribellarsi allo sfruttamento? “Devo pagare l’affitto, devo pagare da mangiare, tante cose… – dice uno di loro – anche se c’è sfruttamento non posso fare niente. Non ho mai pensato di denunciare, ho paura che mi fermino e mi mandino al mio Paese”.