Roma – 31 agosto 2011 – La Regione del Veneto prevede la realizzazione, tramite i Comuni, di un programma d’ interventi economici straordinari a favore delle famiglie numerose.
L’istituzione di questo fondo per le famiglie numerose è già stato deliberato dalla Giunta Regionale il 3 agosto scorso, prevedendo per questo “bonus famiglia” una cifra disponibile pari un milione di euro. Di questa somma 880 mila saranno destinati alle famiglie numerose (con numero di figli pari o superiore a quattro) e 120 mila euro per le famiglie con parti trigemellari. Il progetto, già avviato, prevede la consegna delle domande per la richiesta del bonus entro il 31 ottobre.
I richiedenti del bonus devono avere un reddito annuo inferiore ai 30mila euro, dimostrabile tramite la presentazione dell’indicatore ISEE relativo al 2010. Ma anche due requisiti che tagliano fuori gli immigrati: cittadinanza italiana e residenza da almeno 5 anni in Veneto.
Secondo l’ Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione si tratta di un’esclusione illecita, come si legge in un documento inviato al Presidente della Regione, all’ANCI Veneto, all’UNAR, nonché alla Commissione europea. Secondo l’Asgi, i requisiti previsti dalla Regione risultano in contrasto con “la Costituzione ed il diritto dell’Unione europea, in quanto determinano una discriminazione a danno dei cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea, dei cittadini di Paesi terzi non membri dell’Unione europea”.
Inoltre l’Associazione sottolinea come siano stati infranti “i principi costituzionali di uguaglianza e di ragionevolezza alla luce della consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale che più volte ha rimarcato come requisiti di cittadinanza e di anzianità di residenza costituiscono elementi di distinzione arbitrari se riferiti all’accesso a prestazioni sociali finalizzate all’inclusione sociale”.
Per tanto nel documento inviato, l’Asgi definisce “discriminatorio” questo provvedimento anche perché risulta in “contrasto con l’articolo 41 del T.U sull’immigrazione” che disciplina il principio di parità di trattamento tra per coloro che siano in possesso della carta di soggiorno o del permesso di soggiorno della durata di almeno un anno.
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M.I.