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Il viaggio di Alì, prigioniero del traghetto tra l’Italia e la Tunisia

Non è riuscito a rinnovare il permesso di soggiorno perché non ha più un lavoro. Da una settimana viaggia tra Palermo e Civitavecchia: la Polizia non lo fa scendere in attesa che la nave cambi rotta e lo riporti in patria

Roma – 11 aprile 2014 – Da domenica scorsa, Mohmoudi Alì è costretto a vivere sulla motonave Fantastic GNV che fa la spola tra Palermo e Civitavecchia. Non può scendere a terra, ma deve aspettare che lo stesso traghetto cambi rotta e lo porti in Tunisia. Un’ odissea reale nella burocrazia dell’immigrazione.

L’uomo è un cittadino tunisino di trentacinque anni, dieci dei quali passati in Italia. Viveva a Marano sul Panaro, in provincia di Modena, insieme al fratello. Dopo aver perso il lavoro aveva ottenuto un permesso di soggiorno per attesa occupazione scaduto lo scorso 17 agosto 2013. La richiesta di rinnovo è stata respinta dalla Questura di Modena, che però ha concesso ad Alì 15 giorni dalla notifica dell'atto per lasciare l'Italia.

Il problema è che il foglio di via è stato notificato ad Alì dalla Polizia di Frontiera il 6 aprile mentre cercava di sbarcare a Palermo dalla Fantastic GNV dopo un suo soggiorno in patria. Il traghetto infatti, nei week end, è utilizzato per la tratta Palermo-Tunisi. Gli agenti lo hanno fatto tornare a bordo, con il divieto di mettere piede in Italia e l’ordine di tornare in patria. Però intanto la Fantastic Gnv ha iniziato la sua tratta “feriale” tra Palermo e Civitavecchia e solo domani sera ripartirà per Tunisi.

E il 15 giorni di tempo concessi ad Alì dal Questore? “La Polizia sostiene che lui avrebbe diritto a quei giorni solo se mettesse piede in territorio italiano. Ma siccome sta sulla nave non ne ha diritto. Impedirgli di fare rientro in Italia, fosse pure per 15 giorni, comporta che non possa avere modo di organizzare la partenza in maniera dignitosa” ha spiegato l’avvocato Rosa Ugolini, che insieme alla collega  Elisa Sforza sta seguendo il caso.

Il garante dei Garante dei Detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, parla di "paradosso burocratico" e ha inviato una nota urgente al Ministero dell'Interno, al Dipartimento per le liberta' civili e l'immigrazione, alla questura di Palermo e di Roma.

"Dal punto di vista giuridico – denuncia il Garante – quest'uomo si trova in una condizione di limitazione della libertà personale senza aver commesso reati e senza che la misura sia stata stabilita da un organo giudiziario, circostanza che potenzialmente viola la riserva di giurisdizione affermata dall'art. 13 della Costituzione''. Al di là della violazione ''delle norme e del buonsenso'', secondo il Marroni la vicenda insegna ''che e' necessaria una profonda opera di sburocratizzazione dell'ordinamento, che rimetta al centro di tutto la persona''.

Intanto, Alì continua a solcare il mare a bordo del traghetto. Senza sapere se, dopo una settimana di viaggio, arriverà in Italia o in Tunisia.

EP
 

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