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“Immaginate di essere stranieri”, William Shakespeare difende i profughi

La British Library pubblica il manoscritto di “The book of Thomas More”. I versi del Bardo contro le nazioni così “barbare” da non concedere “un posto sulla terra” a chi deve lasciare il proprio Paese

Londra – 15 marzo 2016 – “Se vi bandissero dal vostro Paese, dove andreste? Vi piacerebbe trovare una nazione così barbara che vi scacciasse come cani?” 

Anche William Shakespeare, cinquecento anni fa, invitava chi non vuole profughi e immigrati a farsi profugo o immigrato. E a immaginare di diventare, da straniero, vittima di una colossale “disumanità”. Parole che tornano attuali, ora che l’Europa vive la più grande crisi dei profughi della sua storia recente, anche per una circostanza che farà felici i bibliofili. 

La British Libray ha digitalizzato e pubblicherà online il manoscritto di “The book of Thomas More”, un dramma storico incompiuto scritto a più mani. In particolare, viene attribuito al bardo un discorso che Tommaso Moro, in veste di sceriffo di Londra, rivolge a una folla inferocita contro gli immigrati. 

Il dramma è ambientato nel 1517, quando a Londra scoppiò una violenta rivolta contro i commercianti stranieri arrivati, udite! Udite!, dal Nord Italia e accusati di sottrarre lavoro e soldi agli autoctoni.  Tema caldo per i contemporanei, visto che fu scritto mentre l’Inghilterra Elisabettiana era percorsa da sentimenti xenofobi per gli “sbarchi” di tanti protestanti ugonotti in fuga dalla Francia. 

Moro sfida la folla che chiede di cacciare gli immigrati:  “Immaginate di vedere gli stranieri derelitti, coi bambini in spalla, e i poveri bagagli, arrancare verso i porti e le coste in cerca di trasporto… Cosa avreste ottenuto? Avreste dimostrato che a prevalere sono l’insolenza e la mano forte”…

Poi però invita tutti a immaginare di essere banditi dall’Inghilterra: “Dov’è che andreste? Che sia in Francia o Fiandra, in qualsiasi provincia germanica, in Spagna o Portogallo, anzi, ovunque non rassomigli all’Inghilterra, orbene, vi troverete per forza a essere degli stranieri“.

“Vi piacerebbe allora – incalza la retorica di Shakespeare –  trovare una nazione d’indole così barbara che, in un’esplosione di violenza e di odio, non vi conceda un posto sulla terra, affili i suoi detestabili coltelli contro le vostre gole, vi scacciasse come cani, quasi non foste figli e opera di Dio, o che gli elementi non siano tutti appropriati al vostro benessere, ma appartenessero solo a loro? Che ne pensereste di essere trattati così”? 

“Questo è ciò che provano gli stranieri. Questa è la vostra disumanità  grande quanto una montagna.

EP

+++

“Grant them removed, and grant that this your noise

Hath chid down all the majesty of England;

Imagine that you see the wretched strangers,

Their babies at their backs and their poor luggage,

Plodding to the ports and coasts for transportation,

And that you sit as kings in your desires,

Authority quite silent by your brawl,

And you in ruff of your opinions clothed;

What had you got? I’ll tell you: you had taught

How insolence and strong hand should prevail,

How order should be quelled; and by this pattern

Not one of you should live an aged man,

For other ruffians, as their fancies wrought,

With self same hand, self reasons, and self right,

Would shark on you, and men like ravenous fishes

Would feed on one another….

Say now the king

Should so much come too short of your great trespass

As but to banish you, whether would you go?

What country, by the nature of your error,

Should give you harbour? go you to France or Flanders,

To any German province, to Spain or Portugal,

Nay, any where that not adheres to England,

Why, you must needs be strangers: would you be pleased

To find a nation of such barbarous temper,

That, breaking out in hideous violence,

Would not afford you an abode on earth,

Whet their detested knives against your throats,

Spurn you like dogs, and like as if that God

Owed not nor made not you, nor that the claimants

Were not all appropriate to your comforts,

But chartered unto them, what would you think

To be thus used? this is the strangers case;

And this your mountainish inhumanity”. 

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