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IMMIGRATI: AMNESTY, DERIVA POLITICA VERSO DISCRIMINAZIONE E XENOFOBIA =

      Roma, 11 feb. (Adnkronos) – ”La sensazione ,che non e’ di oggi,
che Amnesty percepisce e’ una deriva politica e di parte dei mezzi di
informazione orientata verso discriminazione, xenofobia e razzismo. Lo
dicono organismi internazionali ed europei, che ,concordi con Amnesty,
hanno rilevato che piu’ la politica usa un linguaggio e una
legislazione discriminatoria piu’ aumentano i rischi per le categorie
di persone deboli”. Lo ha affermato Riccardo Noury, portavoce di
Amnesty italia, in una intervista ai microfoni dell’agenzia
radiofonica Econews.

      ”L’obiettivo delle norme in discussione – ha proseguito – e’
rendere la vita per gli immigrati, per i richiedenti asilo, per i
rifugiati sempre piu’ difficile nel nostro paese con l’obiettivo di
non averne se non in minima parte”. Su Lampedusa ed il centro per i
richiedenti asilo, Noury ha aggiunto: ”siamo in una situazione a
forte rischio perche’ la politica adottata dal governo italiano che
considera Lampedusa come luogo nel quale si svolgono le procedure di
identificazione e di asilo, ha fatto in modo che il numero delle
persone del centro aumentasse a dismisura”.

      ”Il rischio – ha evidenziato – e’ che vengano adottate
procedure sommarie ed affrettate che potrebbero far finire persone
espulse dal nostro paese in paesi nei quali rischierebbe di subire
torture e altre gravi violazioni dei diritti umani, e questo e’ gia’
successo negli anni passati. Siamo di fronte alla possibilita’ che si
ripetano politiche di deportazione di massa, di espulsione sommarie in
paesi dove i diritti umani sono a grande rischio”.

 Amnesty International ha lanciato un appello
mondiale ”indirizzato al capo del governo Silvio Berlusconi e al
ministro dell’interno Roberto Maroni – ha continuato Noury – dove si
ricorda che il diritto internazionale sui diritti umani e sui
rifugiati obbliga il nostro paese a consentire ad ogni migrante che si
trova a Lampedusa di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e
soddisfacenti”.

      Sul trattato tra Libia e Italia approvato al Senato Amnesty
formula un ”giudizio negativo a partire dal metodo, con una
gestazione lunga e poco trasparente. L’obiettivo di questo accordo e’
di nominare la Libia come partner strategico di una politica di
contenimento dei flussi di migranti per evitare nuovi arrivi,
incuranti dei diritti umani, incuranti che la Libia viola i diritti
umani dei migranti, incuranti che in Libia e’ stato arrestato
l’avvocato Jumaa Attiga, proprio nei giorni della ratifica, impegnato
nel rispetto dei diritti umani”.

      Infine sul reato di tortura non approvato dal parlamento
italiano: ”non mi stupisce che non sia andato in porto, il parlamento
dovrebbe adeguarsi subito al diritto internazionale con voto
bipartisan”.

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