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PRIMI RISULTATI CAMPAGNA ‘APRITE LE PORTE’, ALTO IL NUMERO DEI
RIFIUTI
Roma, 18 apr. (Adnkronos) – I centri di detenzione per migranti,
in Europa e in Italia, restano ‘off limit’ per giornalisti e
associazioni. Nel quadro della campagna inter-associativa ”Open
Access: Aprite le porte! Abbiamo il diritto di sapere!”, le reti
Migreurop, European Alternatives e Reporters Sans Frontie’res dal 26
marzo e fino al 26 aprile hanno chiesto l’autorizzazione a visitare
numerosi centri di detenzione per migranti. Ma il primo dato negativo
che emerge e’ l’alto numero di rifiuti ricevuti dalle varie
amministrazioni. Lo riferisce l’Arci in una nota, che ammonisce:
“Esigiamo il diritto d’accesso incondizionato della societa’ civile e
della stampa in questi luoghi. L’opinione pubblica ha diritto di
sapere cosa succede”.
In Italia, le richieste presentate da diverse organizzazioni
della societa’ civile sono state respinte, cosi’ come quella degli
avvocati difensori dei migranti accusati di aver causato le rivolte
scoppiate a gennaio scorso (valga per tutti l’esempio del Cie di Via
Corelli, dove la risposta e’ stata sempre e comunque negativa). In
Francia, l’accesso ai centri di trattenimento amministrativo (Cra) di
Mesnil-Amelot, Palaiseau, Vincennes, Rennes, Toulouse-Cornebarrieu e
Stasburgo e all’aeroporto di Roissy e’ stato sistematicamente negato
ai giornalisti anche quando accompagnavano parlamentari. Per altri Cra
(come quello di Cergy) la richiesta e’ rimasta senza risposta. In
Belgio, le autorita’ hanno rifiutato la richiesta presentata dalla
Lega dei Diritti Umani per una visita da effettuare con 5 giornalisti.
In Spagna, non si e’ mai avuta risposta.
Va sottolineato – si legge ancora nella nota – che, se nella
maggior parte dei casi i motivi dei rifiuti non sono nemmeno
esplicitati, in altri casi sono risibili. Ad esempio nel Cie di via
Corelli a Milano a giustificare l’ultimo rifiuto e’ stato il ”rischio
di rivolte”. Invisibili, inaccessibili, impenetrabili, come spiegare
questo accanimento a fare di questi centri dei ”non luoghi”? Cosa
cercano di nasconderci? Sichiede l’Arci. Questa opacita’, che risponde
alla necessita’ di non far emergere all’esterno le violazioni
perpetrate contro i diritti dei detenuti, rappresenta una palese
negazione del diritto all’informazione. L’accesso all’informazione e’
un diritto inalienabile dei cittadini, tutelato da tutte le
istituzioni europee. L’articolo 11 della Carta dei diritti
fondamentali – ricorda l’Arci – garantisce ”la liberta’ di ricevere o
di comunicare informazioni e idee senza ingerenze da parte delle
autorita’ pubbliche”. Questi principi devono essere rispettati. .
(Sin/Ct/Adnkronos)
18-APR-12 17:43