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Immigrati assunti nella Pubblica Amministrazione. I sindacati: “Bene”

Dettori (Fp Cgil): "Inaccettabile precariato" . Loy (Uil): "Integrazione in base al merito". Critiche dalla Lega Nord

Roma – 31 agosto 2013 – Dal 4 settembre, quando entrerà in vigore la legge europea 2013, anche i cittadini stranieri titolari di un carta di soggiorno potranno accedere ai concorsi della pubblica amministrazione, purché sappiano l’italiano e non aspirino a posti che comportano l’esercizio di pubblici poterti o che attengono alla tutela dell’interesse nazionale.

La novità, che adegua l’Italia alla normativa comunitaria, viene accolta con favore anche dai sindacati. "Per noi va bene. Non è, infatti, accettabile che gli stranieri lavorino in strutture pubbliche, in situazioni precarie. E' il caso della sanità: lavorano a tempo ma quando si parla di stabilizzazione c'è sempre uno stop" dice Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil.

Soddisftto anche Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil: “Da tempo –dice – abbiamo posto il problema che la norma italiana era in aperto contrasto con quelle internazionale, in particolare europea. Ben venga una regolazione equilibrata e senza corsie preferenziali, in modo tale che l'integrazione degli immigrati avvenga in base al merito e alla professionalità”.

Di tutt’altro avviso Massimiliano Fedriga, deputato della Lega Nord e membro della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

“Siamo stati gli unici – dice il leghista – a votare contro l'accesso al lavoro nelle pubbliche amministrazioni per gli immigrati. Siamo contrari – sostiene – perché ci troviamo in un periodo di crisi occupazionale ed economica tale che ampliare la platea di coloro che possono accedere ai concorsi pubblici ci sembra un'operazione puramente demagogica".

 

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