Roma – 10 dicembre 2012 – Niente da fare. Sfuma all’ultimo minuto la possibilità di aprire, per legge, i concorsi pubblici agli immigrati.
Gli occhi erano tutti puntati sul decreto legge Salva Infrazioni varato giovedì scorso dal governo. L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali aveva chiesto infatti che tra le varie norme scritte per allineare l’Italia alle direttivve dell’Ue ce ne fosse anche una che prevedesse “il diritto di accesso ai posti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni anche da parte dei cittadini di paesi terzi alle stesse condizioni dei cittadini UE”.
L’ invito, inizialmente, era stato accolto. Una bozza del Salva Infrazioni modificava infatti le norme sul lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. Le stesse che già oggi prevedono che “i cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.
Nella bozza arrivata giovedì a Palazzo Chigi si allargava questa possibilità ai familiari dei cittadini Ue “non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente”. Ma anche “ai cittadini di Paesi Terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria”.
Una piccola rivoluzione, che però si è fermata in Consiglio dei ministri. “Il Salva Infrazioni è stato notevolmente asciugato e molti articoli della bozza, tra cui quello sulle assunzioni degli stranieri nella Pubblica Amministrazione, sono stati eliminati” spiegano a Stranieriinitalia.it dal ministero per le Politiche Comunitarie. Quella norma verrà “recuperata”? E quando? “Non siamo in grado di dirlo”. Di certo, anche alla luce della crisi di governo, la strada appare in salita.
Elvio Pasca