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IMMIGRATI: CARD. TURKSON, IN EUROPA RISCHIO LEGGI PARANOICHE E RAZZISTE =

      ‘LEGISLAZIONI NON NASCANO DALLA PAURA’

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      Citta’ del Vaticano, 10 feb. – (Adnkronos) – La paura degli
immigrati, la crisi demografica dell’Europa, stanno facendo nascere
leggi ispirate dalla paura, ”paranoiche e isteriche”, mentre il
confine fra provvedimenti restrittivi e razzismo e’ molto sottile. E’
questo il duro atto d’accusa del cardinale Peter Turkson, Presidente
del Pontifici consiglio giustizia e pace, sulle nuove leggi
sull’immigrazione approvate in acluni Paesi del vecchio continente. Il
cardinale ha affrontato la questione in un’intervista al giornale
on-line della fondazione fare futuro, ”Ffwebmagazie”.

      ”Posso sbagliarmi – ha affermato il porporato originario del
Ghana – ma visto che c’e’ un problema demografico, qui in Europa,
queste legislazioni restrittive piu’ recenti sembrano essere non
voglio dire ‘paranoiche’, ne’ ‘isteriche’, ma certamente preoccupate.
Perche’ se la popolazione non cresce, e arrivano ‘altri’ che invece
crescono, ci si domanda ‘cosa succedera’ domani?’. Cosa succedera’
all’Italia di domani? Questa e’ la domanda. E invece di incoraggiare
un cambiamento di ‘visione’, invece di sostenere lo sviluppo
demografico, ci si chiude”.

      ”Ma il punto – ha aggiunto – e’ che non si puo’ fare una
nazione senza popolazione. E la popolazione, se non si fa in
laboratorio, si fa con gli uomini. Anche con gli immigrati. In questa
situazione, in cui gli immigrati saranno sempre di piu’, ed e’ ovvio
che la discussione crescera”’.

 ”Insomma – ha spiegato il cardinale – la
preoccupazione c’e’ ed e’ anche giustificata, a suo modo. Ma le
migrazioni non si possono fermare, non si possono evitare. E poi,
diciamo una cosa: il confine tra legislazioni restrittive e razzismo
rischia di farsi sempre piu’ sottile”. Inoltre c’e’ il rischio ”che
gli ‘stranieri’ imparino a fare lo stesso. Perche’, in questi anni,
gli africani tornano troppo spesso in patria con qualche amarezza. E
se poi diventano politici, se diventano legislatori? Che leggi
scriveranno? Su quali principi baseranno la regolamentazione della
convivenza, del confronto con altre popolazioni?”.

      In tale contesto ”la Chiesa parla di ‘fraternita’ umana’, di
unica origine, di unico Dio padre. I principi che la ispirano, dunque,
sono fraternita’ e solidarieta’. Ma come declinare questi valori nella
situazione di cui parlavamo? Ecco la sfida. Una sfida anche ‘interna’
alla Chiesa: se qui non ci fossero piu’ sacerdoti sufficienti,
verrebbero accettati quelli ‘stranieri’? Negli Stati Uniti il problema
si e’ gia’ posto, e in alcune diocesi ci sono sacerdoti africani o di
altri paesi”.

      ”Pero’ so – ha spiegato ancora il cardinale – che ci sono altre
realta’ in cui, all’interno stesso della Chiesa, c’e’ chi trova
argomenti contro questa presenza: ‘i preti che vengono dall’Africa non
capiscono la cultura americana, non parlano bene la lingua…’. Ma se la
Chiesa si chiude, come si potra’ mai realizzare quella ‘fraternita’
universale’? Insomma – ha concluso Turkson – il senso di unita’ e di
fraternita’ della famiglia umana va riscoperto e sviluppato”.

      

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