Reggio Calabria, 7 gen. – (Adnkronos) – ”E’ difficile sentirsi figli nella casa dei doveri se si e’ orfani nella casa dei diritti”. Potrebbe essere questa, per il presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro, una sintesi efficace ”di quanto e’ accaduto e continua ad accadere a Rosarno che ad un anno di distanza, ripropone drammaticamente lo sfruttamento perpetrato ai danni dei produttori di agrumi e dei lavoratori”. La Coldiretti rileva che ”le industrie che imbottigliano le aranciate, con un comportamento amorale e sicuramente non rispettoso dell’etica continuano ad avvalersi di una legge nazionale ormai datata, la 286/61, che prevede che le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse contengano almeno il 12% di succo di agrumi. In tale modo -continua Molinaro- mettono il cappio al collo all’intera filiera agrumicola e affamano produttori agricoli e lavoratori anche perche’ in un litro di aranciata che viene pagato mediamente ad 1,30 euro ci sono solo 3 centesimi di euro di arance”. L’organizzazione degli agricoltori sostiene che ”e’ necessario abolire questo vero e proprio furto di identita’ con l’ausilio di una etichetta chiara che rintracci l’origine del succo e contemporaneamente abolire quel furto di valore che nega diritti al lavoratore e reddito alle imprese agricole e di trasformazione".
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IMMIGRATI: COLDIRETTI CALABRIA, A ROSARNO IL PROBLEMA E’ L’AMORALITA’ DELL’INDUSTRIA
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