L’irrigidimento del sistema bancario fa crollare gli acquisti da parte dei cittadini stranieri: -22,5% in un anno.
Roma – 20 ottobre 2008 – Le banche stringono sui mutui? L’acquisto di case da parte degli immigrati, elemento vitalissimo del mercato immobiliare degli ultimi anni, frena sensibilmente.
Il nuovo corso del rapporto tra stranieri e mattone è fotografato dalle proiezioni dell’istituito di ricerca Scenari Immobiliari. Secondo i suoi dossier, negli ultimi anni le compravendite degli immigrati erano sempre cresciute: 110mila nel 2004, 116mila nel 2005 (+5,4), 131mila nel 2006 (+12,9), per continuare a salire, ma rallentando, nel 2007: 135mila (+3%).
Ma le previsioni per il 2008 (basate sui dati che arrivano da un campione di 500 agenzie immobiliari e una serie di focus group tra i neoproprietari) testimoniano un’inversione di rotta: 105mila compravendite, il 22,5% in meno rispetto all’anno scorso. Scende anche il fatturato totale degli scambi (12.200 milioni di euro, -27,4% rispetto al 2007), così come la spesa media per l’acquisto dell’abitazione, passata dai 124mila euro del 2007 ai 115mila euro del 2008 (-7,3%).
Va male, insomma, peggio di quanto la stessa Scenari immobiliari avesse stimato la scorsa primavera. E la frenata che si registra tra gli immigrati è maggiore di quella, comunque consistente, stimata per il complesso del mercato residenzale italiano: -13% rispetto al 2007.
Perché? “Perché i prezzi non sono scesi e, soprattutto, perché a partire dall’estate 2007 l’atteggiamento delle banche è sempre più rigido: per le fasce di popolazione che possono offrire meno garanzie, come appunto gli immigrati, ottenere un mutuo è diventato molto più difficile che negli anni scorsi” spiega a Stranieriinitalia.it Mario Breglia, presidente dell’istituto di ricerca.
La crisi dei subprime americani ha spaventato anche il sistema bancario italiano, e così le offerte di mutui trentennali al 100%, che avevano rivoluzionato il mercato negli ultimi anni, stanno diventando solo un ricordo. “Oggi la percentuale mutuata si aggira in media intorno al 60% del costo della acasa. Le rate, poi, sono molto più alte rispetto al passato e quindi si chiede una stabilità economica maggiore” dice Breglia.
Se il mutuo è del 60%, serve un 40% di capitale di partenza. Pochi stranieri in Italia hanno da parte tanti soldi, non potendo contare, come molti giovani italiani, nell’appoggio di un patrimonio familiare (la casa delle nonna da vendere, i risparmi dei genitori ecc.). È anche per questo motivo che la crisi degli acquisti tocca meno romeni e cinesi: “I primi stanno vendendo le case in patria per comprare qui, i secondi, spesso commercianti, hanno una maggiore disponibilità economica” svela il presidente di Scenari Immobiliari.
I controlli sui requisiti per il mutuo sono infine diventati più rigorosi anche perché ora, il più delle volte, vengono fatti direttamente in banca. “Prima ci pensavano l’immobiliare o la finanziaria collegata alla banca, che avevano tutto l’interesse a concludere. I funzionari della banca invece ci vanno con i piedi di piombo” commenta ancora Breglia. Ma perché tante cautele? Gli stranieri in Italia sono cattivi pagatori? “No, il tasso di sofferenza è comunque molto basso. Però le banche hanno paura e questo è il momento peggiore. Speriamo di poter fare discorsi diversi tra qualche mese”.
I dati di Scenari Immobiliari
Elvio Pasca