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IMMIGRATI: EPIFANI A GOVERNO E PARLAMENTO, EMERSIONE NON SOLO PER BADANTI =

      MA PER CHIUNQUE LAVORA E VIVE ONESTAMENTE

      Roma, 10 lug. (Adnkronos) – Far emergere dal sommerso non solo
le badanti poiche’ ”vi sono situazioni di forte presenza del lavoro
etnico irregolare e spesso condizioni di estremo sfruttamento” anche
nel lavoro domestico, in edilizia, in agricoltura e nel commercio. E’
in sintesi la richiesta contenuta in una lettera aperta inviata al
Governo e al Parlamento dal leader della Cgil Guglielmo Epifani che
ricorda come il sindacato ”non condivide la filosofia del pacchetto
sicurezza” e ”in particolare considera l’introduzione del reato di
immigrazione clandestina” una norma in contrasto ”con il principio
in materia penale, in base al quale si puo’ essere puniti solo per
fatti materiali”.

      ”Pur non condividendo la nuova legge, la Cgil – scrive Epifani
– crede utile evitare una situazione di criminalizzazione diffusa di
chi e’ venuto in Italia per vivere onestamente ed e’ presente sul
territorio al momento di entrata in vigore della nuova legge”. Per
questo motivo il sindacato ”propone di dare la possibilita’, a chi ha
un lavoro di uscire dalla trappola della clandestinita”’.

      Oggi il sindacato valuta che ”in Italia ci sono almeno un
milione di lavoratori stranieri senza permesso, il che costa allo
Stato italiano almeno 2 miliardi di Euro l’anno in mancate tasse e
contributi previdenziali, fondi che dovrebbero essere investiti in
integrazione ed aiuti allo sviluppo dei paesi di origine degli stessi
immigrati”, prosegue Epifani. La Cgil propone dunque di fare emergere
dal sommerso e dalla condizione di clandestinita’ ”chiunque oggi
lavori e viva onestamente” chiunque anche in altri settori come
appunto l’edilizia e il commercio. Quello che ”e’ importante e’ agire
pero’ subito con un provvedimento che abbia efficacia immediata,
preferibilmente prima dell’entrata in vigore della nuova legge”.
La Cgil propone, inoltre ”di prevedere meccanismi
efficaci per l’ingresso regolare; si rischia altrimenti di dare il
segnale opposto a quello dichiarato: quello di una Italia chiusa alla
migrazione legale” e di ”usare piu’ efficacemente gli ammortizzatori
sociali per non licenziare, sia italiani sia immigrati. Inoltre
chiediamo le garanzie di permanenza regolare in Italia per gli
immigrati che hanno perso il lavoro a causa di crisi economica”.

      Per questo motivo la Cgil chiede di riaprire da subito il
dibattito con le Istituzioni e con il Governo ”per trovare soluzioni
condivise al tema dell’immigrazione e soluzioni ragionevoli,
equilibrate ed umane al tema degli irregolari”, conclude Epifani

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