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IMMIGRATI: GARANTE DETENUTI BOLOGNA, AL CIE SITUAZIONE DI COSTANTE TENSIONE =

      BRUNO, RISCHIO DI PERMANENZA FINO A 6 MESI CREA CONDIZIONI
DRAMMATICHE

      Bologna, 6 apr. – (Adnkronos) – "La permanenza fino a 6 mesi nei
Cie, Centri di identificazione ed espulsione e’ peggio della
detenzione". Questo in estrema sintesi il messaggio che il Garante dei
detenuti del Comune di Bologna, Desi Bruno, invia in seguito alla
visita effettuata il 29 marzo scorso nella struttura di Via Mattei,
alla periferia del capoluogo emiliano. Il Centro, fa sapere l’ufficio
del Garante, attualmente ospita circa 84 persone, di cui 49 uomini,
che coprono la totalita’ dei posti disponibili, e 35 donne . Il numero
massimo di presenze e’ di 95, di cui 50 uomini e 45 donne.

      "La situazione nella struttura e’ ormai di costante tensione, a
seguito dell’entrata in vigore dalla legge, che prevede la
possibilita’ di trattenimento al Cie sino a 6 mesi, mentre prima il
termine massimo era di 2 mesi" spiega il legale precisando che "cio’
avviene quando la procedura di espulsione non si realizza per la
mancata cooperazione del paese di rimpatrio o per il ritardo
nell’ottenimento dei documenti richiesti al paese di provenienza".

"Le persone trattenute considerano un tempo cosi’
lungo di permanenza ingiusto perche’ priva della liberta’ personale
per un periodo oggi davvero considerevole a causa della mera
condizione di irregolarita’" aggiunge Bruno, sottolineando come sia
"alta e’ la percentuale di persone provenienti dal carcere, rispetto
alle quali con tutta evidenza e’ fallita la procedura di
predisposizione dell’espulsione in corso di detenzione". "Per queste
persone e’ inaccettabile una ulteriore privazione della liberta’ per
un periodo sino a 6 mesi" scandisce il legale, rimarcando che il Cie
"non e’ strutturato per permanenze di cosi’ lunga durata, che
trasformano in modo definitivo il trattenimento in pena detentiva,
senza che sia stata prevista l’organizzazione propria del regime
detentivo e le garanzie anche di tipo giurisdizionale che ad essa si
accompagnano".

      Insomma, nonostante "i concreti miglioramenti che nel corso
degli ultimi due anni sono stati apportati alle condizioni di vita dei
trattenuti, attraverso una serie di servizi offerti dal Centro con la
collaborazione degli enti locali e dell’associazionismo" (sportelli
informativi, presenza di psicologi, mediatori), secondo il Garante la
situazione resta "drammatica" anche perche’ alcuni degli sforzi messi
in campo di recente "sono in parte vanificati dalla conflittualita’
che il rischio di un tempo di permanenza cosi’ elevato ha gia’
innescato".

     
(Mcb/Gs/Adnkronos)
06-APR-10 16:16

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