Milano, 7 gen. – (Adnkronos) – ”Lo straniero ha diritto all’ospitalita’, ma solo accanto al suo dovere di rispettare l’ordinamento civile di chi lo ospita. Tale impostazione e’ la sola che salva da tentazioni o derive razziste. Se si sposano false e ideologiche concezioni della solidarieta’ si rischia di scivolare nel lassismo che, fatalmente, compromette il rigore della legalita”’. Cosi’ Stefano Maullu, dirigente lombardo del Pdl e assessore regionale, commenta le parole espresse sull’immigrazione dall’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ieri in Duomo. ”Il rigore e la legalita’ -sottolinea Maullu- sono l’unico vero argine contro il razzismo e gli integralismi perche’ solo in questa cornice l’immigrato e’ responsabilizzato a partecipare alla vita della comunita’ che lo ospita. Con buona pace di certi partiti politici, occorre affermare che l’accoglienza degli immigrati e’ un preciso obbligo di un popolo, a patto che vi siano reali possibilita’ di accoglienza. L’Europa -aggiunge- esprime una civilta’ dalle profonde e salde radici cristiane che rappresentano l’essenza stessa dello spirito democratico europeo".
"Chiudersi agli stranieri o affermare un’inaccettabile neutralita’ culturale -secondo Maullu- rischia di determinare scenari di guerra tra civilta’ proprio nella terra che aspira ad ospitare la pace. Semmai e’ importante investire sui giovani, sulle seconde generazioni di immigrati che in questo Paese possono svolgere un ruolo importante. In questo accolgo con favore le parole del nostro Arcivescovo la’ dove parla di speranza del nostro futuro.” ”Una politica cieca e senza distinzioni -osserva Maullu- incapace di distinguere tra legalita’ e illegalita’, che non si ponga come obiettivo l’integrazione attraverso il riconoscimento di regole, principi e valori comuni, non potra’ mai dare risposte adeguate alle esigenze di una regione in profonda trasformazione come quella lombarda. Un territorio che i valori di solidarieta’ e fratellanza, spesso evocati da Tettamanzi, li ha ben radicati nella sua coscienza collettiva e che -conclude- non si lascia ingannare da messaggi che alimentano la paura”