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IMMIGRATI: MIRAGLIA (ARCI), DATI POLIZIA DIMOSTRANO INEFFICACIA CIE =

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      NUMERO COMPLESSIVO RIMPATRIATI NEL 2012 PARI A 1,2% TOTALE
IRREGOLARI

      Roma, 30 gen. (Adnkronos) – ''I dati forniti dalla Polizia di
Stato sul numero di trattenuti nei Cie e la percentuale di rimpatriati
nel 2012 dimostrano una volta di piu' l'uso demagogico e strumentale,
a fini di propaganda politica, che di questi centri e' stata fatta,
sulla pelle dei migranti e contro lo stato di diritto, oltre che del
rispetto dei piu' elementari diritti umani''. E' quanto afferma
Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, ricordando che nel
2012, i migranti trattenuti in tutti i Cie italiani sono stati 7944.
Di questi solo la meta' (4.015) sono stati effettivamente rimpatriati
con un tasso di efficacia (rimpatriati su trattenuti) di circa il 50%.

      Per Miraglia, ''se questi dati vengono confrontati con quelli
relativi al 2010 (quando il periodo massimo di trattenimento era di
sei mesi) si scopre che l'incremento dei rimpatri e' di circa il 2%,
mentre nel 2008 (quando il periodo massimo di detenzione era di 60
giorni) il numero assoluto dei rimpatri e' stato addirittura
superiore. Si conferma dunque l'inutilita' della progressiva
estensione della durata massima del trattenimento rispetto al fine
dichiarato, e cioe' il miglioramento dell'efficacia delle
espulsioni''.

      E infatti, sottolinea l'Arci, ''il numero complessivo dei
migranti rimpatriati attraverso i Cie nel 2012 risulta pari all'1,2%
del totale degli immigrati irregolari presenti sul territorio
italiano''.

 ''E' invece dimostrato -sottolinea l'Arci- che
l'allungamento dei tempi di detenzione nei Cie ha reso drammaticamente
peggiori le condizioni di vita dei migranti trattenuti. Lo
testimoniano le associazioni a cui e' stato concesso di accedervi e
molti degli enti gestori, che denunciano l'aggravarsi dei problemi
organizzativi, logistici e sanitari. Ma lo testimoniano anche le tante
fughe e rivolte scoppiate nei Centri, per chiedere condizioni di vita
dignitose e certezze sul proprio futuro''.

      ''In molti casi -sottolinea Miraglia- i Cie sono solo luoghi del
controllo sociale, della doppia pena per chi ha commesso un reato,
magari connesso al suo status giuridico. E cosi' puo' succedere che,
dopo aver scontato una pena in carcere, l'immigrato venga privato
nuovamente della sua liberta' e rinchiuso in un carcere per stranieri
(il Cie) in attesa di una improbabile identificazione ed espulsione.
La stagione del diritto speciale per i migranti deve finalmente
chiudersi e il primo atto concreto in questa direzione dev'essere la
soppressione dei Cie''.

      ''Su questo -conclude- chiediamo un impegno preciso alle forze
che si candidano a governare il Paese. Sulle politiche migratorie e'
necessaria una svolta profonda, che garantisca possibilita' di
ingresso regolare, di integrazione sociale, il rispetto dei diritti e
della dignita' dovuti a ogni essere umano''.
 

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