Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

IMMIGRATI: MONS. URSO, NESSUNA NORMA PUO’ TRADIRE DIRITTI PERSONA =

     
      ‘NESSUN PAESE PUO’ AFFRONTARE DA SOLO IL PROBLEMA’

Citta’ del Vaticano, 8 set. – (Adnkronos) – ”C’e’ un punto
fermo che non puo’ mai essere messo in discussione, che non puo’
essere affermato in linea di principio e tradito nella normativa:ogni
migrante e’ una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti
fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni
situazione”. E’ quanto scrive il vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso,
nel programma pastorale 2009-2010 dal titolo ”Educhiamoci alla
testimonianza carita”’ che comprende un importante capitolo
sull’immigrazione. La diocesi di Ragusa infatti confina con il
Mediterraneo e in particolare con quel tratto del Canale di Sicilia al
centro dei flussi migratori e delle recenti vicende di cronaca.

      ”Noi – scrive ancora il vescovo – dobbiamo obbedire alla parola
del Signore che dice: ‘Quando un forestiero dimorera’ presso di voi
nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra
voi lo tratterete come colui che e’ nato fra voi; tu l’amerai come te
stesso perche’ anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io
sono il Signore vostro Dio”.

Su un piano piu’ generale il vescovo riporta poi
alcune delle indicazioni di fondo della Santa Sede rispetto alla
questione immigrazione, prendendo spunto anche dalla recente enciclica
del Papa, ”Caritas in veritate”. Mons. Urso rileva che ”siamo di
fronte a un fenomeno sociale di natura epocale che impressiona per la
quantita’ di persone coinvolte, per le problematiche sociali,
economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide
drammatiche che pone alle comunita’ nazionali e a quella
internazionale”. Quindi nel testo si spiega che ”nessun Paese da
solo puo’ ritenersi in grado di fare fronte ai problemi migratori del
nostro tempo”.

      Si fa poi appello a ”una lungimirante politica di cooperazione
internazionale, alla stretta collaborazione tra i Paesi da cui partono
i migranti e i Paesi in cui arrivano, ad adeguate normative
internazionali in grado di salvaguardare le esigenze e i diritti delle
persone e delle famiglie emigrate, e al tempo stesso, quelli delle
societa’ di approdo degli stessi emigrati”.

      Infine si rileva che ”i lavoratori stranieri recano un
contributo significativo allo sviluppo economico del Paese ospite con
il loro lavoro, oltre che a quello del loro Paese d’origine”.
”Ovviamente – afferma il vescovo – i lavoratori non possono essere
considerati come una merce o una mera forza”.

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version