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IMMIGRATI: MSF, SCONCERTATI PER OK SENATO A DENUNCIA CLANDESTINI DA MEDICI =

      CONTINUA BATTAGLIA AFFINCHE’ EMENDAMENTO LEGA VENGA BOCCIATO
ALLA CAMERA

      Roma, 5 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) – Medici senza
frontiere "e’ sconcertata per la scelta del Senato di ignorare il
grido di allarme lanciato da medici, infermieri e ostetriche, e
continuera’ la sua battaglia affinche’" l’emendamento della Lega Nord
al pacchetto sicurezza che cancella la norma secondo cui il personale
sanitario non deve denunciare lo straniero clandestino che si rivolge
alle strutture sanitarie pubbliche "venga bocciato dalla Camera".

      Msf "esprime profonda preoccupazione e allarme per le
conseguenze dell’approvazione dell’emendamento" che elimina il
principio di non segnalazione alle autorita’ degli immigrati
irregolari. L’ambiguita’ conseguente a tale abrogazione  e, di
conseguenza, il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia
contestuale alla prestazione sanitaria creera’ nell’immigrato privo di
permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche, una reazione di
paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture
sanitarie".

"Tutto cio’ potrebbe provocare
una pericolosa ‘marginalizzazione sanitaria’ di una fetta della
popolazione straniera presente sul territorio", sottolinea
l’associazione.

      "Siamo sconcertati per la scelta del Senato – dichiara Kostas
Moschochoritis, direttore generale di Msf Italia – di avere
consapevolmente ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini
professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di
associazioni e rappresentanti della societa’ civile. Una scelta che
sancisce la caduta del principio del segreto professionale per il
personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano
indipendentemente da ogni altra considerazione".

      Msf, promotrice insieme a Simm (Societa’ italiana di medicina
delle migrazioni), Asgi (Associazione studi giuridici
sull’immigrazione) e Oisg (Osservatorio italiano sulla salute globale)
della campagna ‘Siamo medici e infermieri – Non siamo spie’, si
appella ora alla Camera dei deputati perche’ riveda la posizione
assunta dal Senato sul comma 5.

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