Roma, 8 mag. (Adnkronos) – ”La presenza del Cir, peraltro
recentissima, non puo’ servire a scaricare sul Cir le responsabilita’
del Governo Italiano per la sorte delle persone respinte in Libia”.
E’ quanto afferma il Presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati
(Cir), Savino Pezzotta, in una lettera inviata al ministro
dell’Interno Roberto Maroni, per replicare alle dichiarazioni fatte
nella conferenza stampa di ieri, in cui veniva menzionato il fatto che
il Cir ‘ha un ufficio in Libia che sarebbe in grado di valutare se
vengono rispettati gli obblighi internazionali in materia di diritti
umani’.
”Anche se il Cir, insieme con l’Unhcr e l’organizzazione libica
Iiopcr (International Organisation for Peace and Relief), e’ in grado
di accedere alle persone nei centri di detenzione – evidenzia Pezzotta
– non per questo possono essere garantiti i loro diritti. L’azione
prevista dal Cir in Libia, sempre a fianco dell’Unhcr Tripoli, ha come
obiettivo di assistere, a lungo termine, alla capacity building, alla
promozione di soluzioni per rifugiati e migranti e al miglioramento
delle loro condizioni”.
”La Libia – ricorda – non ha firmato la Convenzione
Internazionale sui Rifugiati, e non vi e’ alcuna possibilita’ di
presentare alle autorita’ una richiesta di asilo e nessuna garanzia
che le persone non siano deportate nei loro Paesi di origine, dove
potrebbero subire persecuzioni e torture. Riteniamo – conclude
Pezzotta – che qualunque coinvolgimento italiano in operazioni di
intercettazioni in mare di imbarcazioni di rifugiati e migranti,
dovrebbe essere svolto nel rispetto degli obblighi internazionali,
innanzitutto del principio di non refoulement. Tali obblighi sono
vincolanti anche fuori dal territorio e dalle acque internazionali”.
(Sin-Bis/Col/Adnkronos)
08-MAG-09 17:57