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STILI DI VITA UGUALI A COETANEI ITALIANI, MA NON HANNO
CITTADINANZA
Roma, 23 nov. (Adnkronos) – Hanno forme e stili di vita del
tutto simili ai coetanei italiani, parlano romanesco, milanese,
toscano, sono a tutti gli effetti parte integrante della nostra
societa’, ma non hanno acquisito la cittadinanza italiana alla nascita
perche’ la legge italiana non lo prevede. Sono i minori nati nel
nostro paese da genitori stranieri, un ‘esercito’ di ben 572.720 under
18. Rappresentano quasi il 60% dei circa 900 mila minori stranieri
residenti nel Paese e, a conti fatti, il 7% dell’intera popolazione
scolastica.
Molti di loro non hanno mai conosciuto il paese di origine dei
genitori. Per questi minori, ieri protagonisti dell’appello lanciato
dal Presidente Napolitano affinche’ lo ius soli prenda il posto dello
ius sanguinis, e’ evidente la divaricazione tra lo status giuridico e
l’identita’ personale, costruita nell’acquisizione del patrimonio
linguistico e culturale e nei legami sociali. Un’intera generazione
che cresce e rischia dunque di restare straniera nel paese che sente
come proprio, in cui e’ nata, si e’ formata, e nel quale intende
restare per sempre; ovviamente scoprendosi straniera anche nei
confronti della cultura e spesso della lingua del paese di
appartenenza.
Il minore nato in Italia da genitori stranieri risulta infatti
straniero all’anagrafe, benche’ si tratti di bambini e bambine che
nascono, crescono e vivono da italiani. La ‘non cittadinanza’ porta
con se’ una serie di ostacoli quotidiani. Il minore nato in Italia da
genitori stranieri e’ titolare di un permesso di soggiorno temporaneo
che viene rinnovato dai famigliari. Il permesso di soggiorno, pur
garantendogli tutti i diritti sociali (scuola, sanita’, ecc.),
tuttavia lo fa percepire sempre come temporaneo e ‘precario’ rispetto
ai suoi coetanei italiani.
I minori nati in Italia possono fare richiesta di
cittadinanza al compimento dei 18 anni ma devono aver vissuto
ininterrottamente sul territorio italiano e devono poterlo
dimostrare (ad esempio attraverso certificati di vaccinazione,
frequenza scolastica, ecc.). Il fatto di aver trascorso le vacanze nel
paese d’origine o la semplice dimenticanza di notificare un cambio di
residenza possono compromettere il rilascio della cittadinanza.
Il soggiorno del minore puo’ essere interrotto in qualunque
momento per perdita del lavoro dei genitori, diminuzione del reddito,
o risoluzione di un contratto di affitto in base alle leggi in vigore.
Infatti, nonostante viga il principio di inespellibilita’ del minore,
il bambino accompagnato da genitori ‘irregolari’ non ha alcuna
garanzia di poter continuare a soggiornare in Italia qualora i
genitori si trovino nella condizione di dover rientrare nel proprio
paese. Considerato il grande rilievo che assume poi l’attivita’
sportiva per la crescita e la formazione di un giovane, appare un
grande limite ai nati in Italia da genitori stranieri quello di non
potersi iscrivere a sport agonistici in quanto cittadini non italiani.
Attualmente sono state presentate diverse proposte di legge
sulla questione, ma tutte sono rimaste impantanate in Parlamento.
Diciannove organizzazioni hanno inoltre lanciato la campagna ‘l’Italia
sono anch’io’, e sono di fatto impegnate nella raccolta firme per due
proposte di legge di iniziativa popolare: una riguarda, appunto,
l’introduzione dello ius soli e una modifica sostanziale della legge
italiana sulla cittadinanza; l’altra concerne invece il diritto di
voto per gli stranieri residenti nel nostro Paese.