Roma, 28 gennaio 2021 – C’è una categoria di persone che in Italia continua a essere dimenticata. E questo anche quando si parla di vaccino anti covid: sono i rifugiati, i richiedenti asilo e gli immigrati irregolari. Più di mezzo milione di persone di cui le Istituzioni non si occupano, come se non esistessero. Sono spesso le più esposte ai pericoli del contagio, hanno meno modi di proteggersi, di accedere ai servizi sanitari. Sono persone che ogni giorno devono affrontare barriere linguistiche che ritardano le diagnosi e il ricovero. Ma nonostante ciò rischiano di essere inseriti come ultimi nella lista della campagna di vaccinazione. O, addirittura, di esserne totalmente esclusi.
Gli immigrati saranno gli ultimi a sottoporsi al vaccino anti covid
Il piano di vaccinazioni non sta andando esattamente come da programma. L’Unione europea sta tentando di fare la voce grossa con le cause farmaceutiche, ma al momento i risultati sono piuttosto scarsi. Erano state promesse delle quantità che non si stanno rispettando, e questo sta creando notevoli ritardi. Di fronte a tutto questo, anche stabilire le priorità risulta semplice. Inizialmente, infatti, era stato deciso di dare precedenza alle persone più a rischio, quindi agli operatori sanitari e agli ospiti delle Rsa. Nelle settimane, però, è emerso che molte dosi sono state destinate a persone fuori lista, non direttamente esposte. Anche a costo di scavalcare qualcuno a cui il vaccino sarebbe spettato prima.
La campagna era stata studiata in ogni dettaglio: dopo medici, infermieri e anziani nelle Rsa, doveva toccare agli over 80, alle persone che soffrono di patologie croniche, di immunodeficienze o disabilità. Poi a insegnanti, forze dell’ordine, operatori dei servizi pubblici essenziali, personale carcerario e detenuti. Infine, al resto della popolazione. Nelle lunghe pagine della campagna, però, non si parla mai di vaccino anti covid e immigrati. Sono stati totalmente dimenticati, o meglio, esclusi. E lo stesso vale per i rifugiati, per i richiedenti asilo. Questo, nonostante diversi studi abbiano già evidenziato le difficoltà dei migranti non solo a proteggersi, ma anche ad accedere ai servizi sanitari. Di fatto, aggravando le conseguenze di una malattia che sta piegando il mondo intero.
L’inclusione nel piano vaccinale
Le Istituzioni, quindi, non hanno considerato gli ambienti a rischio in cui sono costretti a vivere, così come le condizioni di difficoltà che ogni giorno devono affrontare gli immigrati. E quindi l’importanza, anche per loro, del vaccino anti covid. Solamente il commissario straordinario Domenico Arcuri, lo scorso 6 dicembre, ha dichiarato: “I migranti hanno diritti uguali a quelli dei cittadini italiani. Sarebbe molto importante che tutte le persone che attraversano le nostre strade, e che non lo facciano clandestinamente, possano essere sottoposte alla vaccinazione”. Le sue parole, però, si sono perse in fretta nel vento, dimostrandosi più un auspicio che una presa di posizione.
Anche volendo essere egoisti, però, bisogna ricordare che dalla loro salute deriva la nostra. Parliamo infatti di persone che attraversano le nostre stesse strade, fanno la spesa nei supermercati come noi. Non proteggerli permette la virus di continuare a circolare, mette in pericolo la salute collettiva. Inoltre, spetta ai paesi ospitanti garantire l’accesso alle cure a tutte le persone presenti sul proprio territorio. Per questo il governo italiano dovrebbe occuparsene. Sono mesi ormai che l’Oms rimarca l’importanza di garantire l’accesso al vaccino anti covid anche agli immigrati, ai rifugiati e ai richiedenti asilo. E i governi fanno orecchie da mercante.
Solo la Germania ha incluso i migranti
Tra l’altro, prima della pandemia il nostro Piano nazionale della prevenzione vaccinale proponeva di “contrastare le contrastare le disuguaglianze promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili“. Quindi anche “gli immigrati, soprattutto se irregolari, e i rifugiati, ma anche le diverse etnie di popolazioni nomadi (Rom, Sinti) e i ‘soggetti senza fissa dimora”. Oggi escludere queste categorie a rischio dalla vaccinazione anti-Covid, quindi, sarebbe in contrasto non solo con le prescrizioni delle organizzazioni sanitarie internazionali, ma anche con gli obiettivi dei precedenti piani vaccinali italiani.
In tutta Europa, però, solamente la Germania ha annunciato una corsia preferenziale per sottoporre gli immigrati ospitati nei centri di accoglienza al vaccino anti covid. Saranno inclusi, infatti, nel secondo gruppo in ordine di priorità, esattamente dopo gli over 80 e insieme agli operatori sanitari.
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