MILANO
(ANSA) – MILANO, 23 MAG – Le colf e badanti che si rivolgono alla Filcams-Cgil di Milano per chiedere assistenza sono quasi tutte immigrate: per il 70% lavorano in nero e per il 60% non hanno permesso di soggiorno. E’ quanto ha rilevato il sindacato basandosi sulle circa 7.000 straniere presentatesi nel 2007. Tra le poche in regola, la quasi totalità dichiara di fare 25 ore la settimana, il minimo previsto, perché "il resto del lavoro viene svolto in nero". Viceversa, rispetto alle tabelle contrattuali nazionali, i salari reali a Milano sono più alti: circa 1.000-1.100 contro le 760-860 previste dal Ccnl. Colf e badanti sono per il 95% donne e per il 90% straniere, la fascia d’età più diffusa è fra i 30 e 45 anni. Le italiane svolgono in prevalenza solo il lavoro domestico e non da badante e sono sempre più lavoratrici pensionate o donne oltre i 40 anni espulse dal mondo del lavoro. Principali nazioni di provenienza delle straniere sono Perù, Ecuador, Filippine, Romania, Ucraina e Sri Lanka. Infine la gran parte delle donne è in Italia senza marito e figli; in molti casi, si riscontra una scolarità analoga al nostro diploma di scuola media superiore. Secondo Graziella Carneri, segretario della Filcams-Cgil milanese, "i dati confermano che il mestiere di badante è ancora in gran parte lavoro sommerso". Quindi "bisogna uscire dall’ipocrisia, per non lasciare sole le famiglie e le lavoratrici. Va garantita la regolarità della presenza e permanenza in Italia, semplificando l’ottenimento del permesso di soggiorno e il suo mantenimento, supportare, anche in termini economici e burocratici,le famiglie che utilizzano le badanti". (ANSA).
IMMIGRAZIONE: BADANTI; CGIL MILANO, GRAN PARTE E’ IN NERO
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