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Profughi. Boldrini: “Italia faccia di più per chi chiede protezione”

La presidente della Camera: "Ciò che accade nel Mediterraneo riguarda anche i nostri partner dell'Alleanza atlantica"

Roma, 25 novembre 2013 – ''I flussi di persone che rischiano la propria vita per raggiungere il nostro continente ci ricordano dunque ancora una volta come il Mediterraneo – e cio' che vi accade – riguardi tutta l'Europa e non solo gli Stati frontalieri del Sud. Stati, come l'Italia, impegnati nel salvare vite umane in mare, ma che – va ricordato – devono anche fare di piu' per garantire standard d'accoglienza adeguati a chi, sopravvissuto alla guerra ed alla traversata del mare, richiede protezione nei nostri Paesi''.

Lo afferma la presidente della Camera Laura Boldrini aprendo a Montecitorio il seminario congiunto del GSM (Gruppo Speciale sul Mediterraneo e il Medio Oriente) e della sotto-commissione su transizione e sviluppo dell'Assemblea parlamentare della Nato.

''E cio' che accade nel Mediterraneo – continua Boldrini – riguarda anche i nostri partner dell'Alleanza atlantica, che hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo importante nelle transizioni in atto in Nord Africa e nel Medio Oriente. E' per questo che l'iniziativa di questi giorni, tesa a sviluppare un dibattito a piu' voci su tematiche complesse e d'importanza cruciale per il futuro dell'area mediterranea e per le aspirazioni ed i diritti dei popoli che vi abitano, appare tanto piu' opportuna''. Questo incontro, continua Boldrini, ''appare tanto piu' opportuno all'indomani dello storico accordo raggiunto a Ginevra sul nucleare iraniano, un accordo preliminare, ma che potrebbe modificare radicalmente le relazioni tra l'Iran e l'Occidente, nonche' gli equilibri geopolitici in Medio Oriente''.

Il Gruppo speciale sul Mediterraneo e il Medio Oriente, nato diciassette anni fa per rafforzare la cooperazione ed il dialogo sui temi politici e di sicurezza tra i parlamentari delle due sponde del Mediterraneo, per la presidente della Camera ''assume un ruolo particolarmente cruciale oggi. A quasi tre anni dall'inizio dei movimenti di protesta che hanno trasformato molti Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, le transizioni democratiche richieste da chi – allora e poi ancora negli anni seguenti – scese in piazza procedono talvolta con difficolta'. In alcuni casi, la violenza ha preso il sopravvento'' come in Siria. Qui, dice Boldrini, si e' di fronte ad una ''crisi umanitaria devastante, in cui sono coinvolti anche i Paesi limitrofi, che accolgono centinaia di migliaia di persone''.

In Libano, Paese dagli equilibri gia' delicati con una popolazione di 4,4 milioni ed una forte presenza di rifugiati palestinesi, ''i siriani in fuga dalla guerra sono oltre 800mila ed e' come se da noi arrivassero 11 milioni di persone in fuga dalla guerra''. Da un anno a questa parte, continua, ''la situazione in Siria e' peggiorata: i flussi di rifugiati e sfollati sono aumentati e, con essi, i tassi di malnutrizione e le difficolta' delle agenzie umanitarie nel far fronte alla crisi. Ad oggi – ricorda – solo il 62% dei fondi richiesti dalle Nazioni Unite sono stati corrisposti. Dobbiamo fare di piu' – esorta Boldrini – come cittadini e come rappresentanti delle istituzioni. Dalla Siria si fugge anche in Europa. Lo fa un numero molto minore di persone rispetto a quelle accolte da Libano, Giordania, Turchia, Iraq e Egitto, ma chi lo fa rischia – dopo esser riuscito a scappare dai bombardamenti e dagli eccidi nel proprio Paese – di morire in mare, nel nostro Mar Mediterraneo, come e' accaduto il mese scorso, quando decine e decine di cittadini siriani – tra cui moltissimi bambini – hanno perso la vita in un naufragio''.

Queste famiglie, rileva la presidente della Camera, ''avrebbe bisogno di maggiore sostegno da parte della comunita' internazionale per rafforzare le proprie istituzioni e sostenere chi, all'interno di queste ultime, si batte per la giustizia e la riconciliazione. Penso, in particolare, alla proposta di legge che equipara le vittime di violenze sessuali commesse durante il conflitto civile, nonche' durante gli anni bui del regime di Gheddafi, alle vittime di guerra. Uno strumento normativo che nel luglio scorso e' stato presentato qui, alla Camera dei deputati, dai vertici del Congresso libico, ma che non e' ancora stato approvato. Uno strumento normativo che costituirebbe un esempio – una buona pratica – non solo nel mondo arabo, ma anche a livello globale''.

Quanto alla situazione in Egitto, prosegue Boldrini, e' questo un ''Paese che ha vissuto una nuova, dolorosa pagina di violenza l'estate scorsa e che ci auguriamo possa ritrovare presto il cammino verso una democrazia compiuta e rappresentativa''.

Riguardo l'Iran infine la presidente di Montecitorio rende noto che con il Majlis, il Parlamento monocamerale iraniano, ''e' in corso di riattivazione il Protocollo di collaborazione con la Camera dei deputati, che prevede la costituzione di Gruppi di collaborazione bilaterali. Crediamo fermamente nella necessita' di riaprire e rafforzare i canali del dialogo con un Paese dall'importanza geostrategica fondamentale – continua – la cui nuova dirigenza sta dimostrando di voler cambiare passo rispetto al recente passato, impegnandosi come non accadeva da tempo nel negoziato sul dossier nucleare e perfino mostrandosi attiva sui social media, dove scambia tweet con esponenti politici statunitensi. A tale dialogo puo' e deve contribuire in maniera importante lo strumento della diplomazia parlamentare e deve e puo' contribuire, a mio avviso, l'Italia, che del gruppo dei cosiddetti ''5+1' non fa parte, ma che deve tornare a svolgere il ruolo centrale di cerniera tra i Paesi del Medio Oriente e del Mediterraneo, da una parte, e l'Europa, dall'altra''.

 

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